Non è importante, in questa sede, stabilire se la Juventus fosse colpevole o meno dalle accuse rivoltegli(anche se le dimissioni della “triade, furono solertemente accolte dalla proprietà, con un Roberto Bettega, totalmente estraneo al sistema Moggi/Giraudo, marginalizzato per sempre dalla società bianconera. E se non siamo di fronte ad un’ammissione di dolo…), ma piuttosto se una realtà evidentemente molto potente(la Juventus) possa infischiarsene allegramente di una sentenza di un tribunale federale.
A memoria non mi viene in mente nessun esempio analogo avvenuto nel mondo dello sport. E per mondo dello sport non intendo solo quello del calcio. Una federazione forte, un politica forte, sarebbe intervenuta su un fatto di una gravità inaudita. Perché, se è vero che ad Andrea Agnelli non può essere contestato il reato d’opinione di due scudetti che a suo dire non dovevano essere revocati, c’è una forma, nella vita, assolutamente da rispettare. Uno può anche considerare Benito Mussolini lo statista del secolo, ma c’è una legge che vieta sia i simboli, sia la ricostituzione del partito fascista. Potrà piacere o non piacere, ma il rispetto della legge e il suo apparire uguale per tutti è il fondamento cardine di ogni democrazia e di ogni stare insieme tutelando interessi e obiettivi diversi.
Quando il 2 aprile del 1982 scoppiò la “Guerra delle Falkland”, il principe Andrea di York era imbarcato come ufficiale di marina sulla portaerei “Invincible” subito inviata nel cuore delle operazioni di guerra. Il governo della corona avrebbe voluto far sbarcare dalla Invincible il principe Andrea, per evitare l’ipotesi di un membro della famiglia reale caduto in battaglia. Ma Elisabetta II di Windsor impose che il figlio rimanesse al suo posto. Il messaggio fu chiaro: tutti, di fronte al dovere e alle regole, dobbiamo non solo essere uguali, ma anche apparire uguali. Se consideriamo questo concetto vitale (e spero davvero che nessuno di noi si senta inferiore ad Elisabetta II), allora dobbiamo pretendere dal futuro presidente federale una rimozione immediata di quel 35 troneggiante sull’ingresso principale dello Juventus Stadium. Se ciò non avverrà, allora sarà sancito il prevalere degli interessi dei pochi sugli interessi dei molti. E la notte scenderà ancora più scura sulle vicende del calcio italiano. Ad Andrea Agnelli possiamo perdonare un rigore in più concesso alla sua squadra, ma non si può accettare che lui, in modo brutalmente autoreferenziale, si ponga al di sopra della legge e delle regole.
Nel film “Gli intoccabili”, una piccola squadra di agenti(gli “intoccabili”) guidata dall’ispettore del tesoro Elliot Ness si batte, subendo gravi perdite, per porre fine al contrabbando di alcool controllato dal temibile e feroce Al Capone. Dopo tremende peripezie, gli intoccabili incastrano il boss italoamericano. All’uscita dal tribunale dove Al Capone è stato appena condannato, un giornalista comunica ad Elliot Ness l’abolizione della legge sul proibizionismo, chiedendo all’ispettore del tesoro le sue intenzioni da quel momento. La chiosa di Elliot Ness è memorabile: “mi andrò a bere un bicchiere”.
(ha collaborato Carmelo Pennisi)
Anthony Weatherhill, originario di Manchester e nipote dello storico coach Matt Busby, si occupa da tempo di politica sportiva. E’ il vero ideatore della Tessera del Tifoso, poi arrivata in Italia sulla base di tutt’altri presupposti e intendimenti.
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