LEGGI ANCHE:Aldo Grasso fustiga i tifosi del Toro
Vale davvero la pena a 73 anni, e dopo una luminosa carriera, rischiare così tanto? “Se la Roma chiama io non posso dire di no. E’ per la maglia, capisce”? Disse una volta in conferenza stampa rispondendo ad un giornalista che chiedeva lumi sul perché del suo ritorno alla Roma. E su queste parole si ripresenta la felicità del calcio antico, di uno sport reso così speciale da un Continente controverso e inquieto, ma capace di interrogarsi sul come stare al mondo. Siamo un bel posto dove vivere, e ci siamo conquistati questo a prezzo di grandi sacrifici e sofferenze. Vanno bene le autocritiche sugli errori che abbiamo fatto(la memoria non va mai trascurata), ma la nostra cultura ha stabilito come lo sport fosse per le persone, e non le persone per lo sport. Gli americani ciò non lo capiranno mai. Un conoscente di Leicester, tempo fa, a proposito dell’epica affermazione del club calcistico in “Premier League”, ha tenuto a dirmi come la vittoria ottenuta dalle “Foxes” alla guida di Ranieri abbiano sospeso la città in un lungo istante di felicità collettiva. “Le persone più anziane dicono che era dai tempi della II Guerra Mondiale che non si viveva un momento di felicità insieme. La sensazione di non essere da soli è bellissima. Siamo tornati ad essere una comunità. Claudio Ranieri non verrà mai dimenticato per questo”. Mi stava dicendo quelle parole perché ero italiano, voleva ringraziare il mio Paese per avergli concesso Ranieri. Mi sono sentito orgoglioso, fiero, e ho provato felicità. Non riuscirei mai a raccontare compiutamente quanto in quel momento mi sia sentito bene, quanto mi abbia aiutato quel sentirmi bene. Il calcio è una calamita di felicità, di buone intenzioni, per questo non lo si deve maltrattare.
LEGGI ANCHE:La Red Bull, il miliardario e Jurgen Klopp
Chi non lo capisce deve farsi da parte, affinché non sia colpevole di ridurre una benedizione ad una maledizione. Negli ultimi tempi Ranieri aveva detto di sentire un po’ stretti i panni da pensionato che si era voluto attribuire, e l’intenzione di prefigurare un qualche ritorno c’era. In realtà non era il calcio a mancare a lui. era lui a mancare al calcio. All’aeroporto di Fiumicino c’erano tanti tifosi ad attenderlo, e tra loro il tennista Flavio Cobolli(numero 32 del mondo), che lo ha scortato fino all’automobile. Lo avrebbe fatto anche Lorenzo Sonego per il suo Toro e per il ritorno di Paolo Pulici. Nessuno più di un tennista conosce il valore del tornare a casa. Per amore del gioco e della maglia, questo è l’epitaffio giusto per uno dei più straordinari uomini di sport che l’Italia abbia mai avuto. E mentre lo scrivo, provo una felicità infinita.
Scrittore, sceneggiatore e regista. Tifosissimo granata e già coautore con il compianto Anthony Weatherill della rubrica “Loquor” su Toro News che in suo onore e ricordo continua a curare. Annovera, tra le sue numerose opere e sceneggiature, quella del film “Ora e per sempre”, in memoria del Grande Torino.
Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
/www.toronews.net/assets/uploads/202304/e1b890e899df5c4e6c2c17d60673a359.jpg)
/www.toronews.net/assets/uploads/202508/2152c6c126af25c35c27d73b09ee4301.jpg)