Lo Psicologo Granata / Torna la rubrica di Riccardo Agnello: "Certe volte sarebbe consono comportarsi da provinciale sacrificando una parte di nobiltà in favore di una sana dose di cinismo"
Ormai il numero di risultati non entusiasmanti inizia ad essere preoccupante, così come è preoccupante il fatto che il ciclo di partite più difficili non sia ancora iniziato. La squadra appare troppo sbilanciata e fragile, oltre che imprecisa in fase offensiva, dove sembrano aumentare di giornata in giornata le difficoltà a trovare la via del goal. Delle tanto nominate “grinta” e “intensità” se ne vedono tracce solo in alcuni momenti della partita in cui il Toro si ricorda chi è ed inizia a fare davvero il Toro, ma questo, evidentemente, non è abbastanza per vincere le partite, nemmeno contro avversari di medio-bassa classifica. Il distacco dalle prime 7 non è di certo elevato ma nelle prossime giornate il rischio di perdere il treno è più che concreto.
La cosa che, però, preoccupa maggiormente i miei pazienti è il totale disinteresse da parte di mister Sinisa che sembra voler andare dritto per la sua strada senza rendersi conto che urgono correttivi, se non al modulo, quantomeno all'atteggiamento spregiudicato e alla gestione della partita. Va bene il voler attaccare e voler vincere tutte le partite perché “noi siamo il Toro e non una provinciale”, ma certe volte sarebbe consono comportarsi da provinciale sacrificando una parte di nobiltà in favore di una sana dose di cinismo. Non c'è nulla di male a coprirsi maggiormente in certe situazioni, impedendo all'avversario di costruire il proprio gioco sacrificando una parte di spettacolo sull'altare del pragmatismo (e per pragmatismo intendo punti in classifica); riporto la frase di un mio paziente: “Meglio un Toro cinico e brutto in Europa che una Toro arrembante e grintoso ma dodicesimo”. Sinceramente fatico davvero a dargli torto.