Ed è un peccato perché ad esempio la stessa partita col Genoa potrebbe essere l’occasione giusta per un paio di novità sperimentali: se non ci sarà Vives, proviamo Baselli regista con due interni molto fisici come Obi ed Acquah che lo proteggano, oppure proviamo davanti alla difesa una roccia come Acquah mettendogli accanto due interni molto più tecnici come Baselli e Benassi. Questo per stare sul facile, perché in realtà si potrebbe provare un modulo a specchio con quello di Gasperini, un 3-4-3 con in mediana in mezzo Acquah e Obi e Baselli e Zappacosta sugli esterni e davanti avanzare Bruno Peres a comporre il trio d’attacco con Immobile e Belotti. Ovviamente sono solo idee, sulle quali si possono innestare altre idee ed altre mille varianti che però presuppongono due caratteristiche: la flessibilità e la spregiudicatezza. Due doti che non sono, di questi tempi, il piatto forte della casa granata, purtroppo. In questo senso emblematiche di una diversa mentalità mi sono sembrate le parole di Spalletti dopo l’eliminazione della Roma dalla Champions: “I complimenti servono a poco se poi non si fanno risultati e si resta lontani da quel che si vuole essere: altro che passettini, bisogna fare passi da gigante e mettersi a correre!”. Nel calcio la crescita si consolida coi risultati, perché sono quelli a dare tranquillità e sicurezza. Perciò, ribadisco, andiamo a Genova per vincere: un “passettone” è meglio di tanti piccoli “passettini”…
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