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Toro, il “nemico” è alle porte, serve la partita perfetta

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Occhi sgranata / Torna la rubrica di Vincenzo Chiarizia: "Qualcuno in tempi bui vantava come onorevole avere tanti nemici. Io sono del parere che vantarsi di questo è solo un modo per giustificare i propri misfatti"
Vincenzo Chiarizia

Sabato pomeriggio mi troverò a trascorrere quei secondi in trepidante attesa, a fare cose relative alla mia quotidianità ma col pensiero fisso al derby. La stracittadina di quest’anno è forse quella con il divario tecnico più largo tra le due formazioni degli ultimi tempi. Da un lato ci sarà il mostro di CR7 e dall’altra il Toro. Il problema è che la forza della squadra antagonista granata non risiede solo nel fenomeno portoghese, ma anche dalla panchina, quando chi entra in campo a volte fa tremare le vene ai polsi maggiormente di chi esce. Fatto sta che piangerci addosso non serve a nulla. Occorre alzare la testa, guardare avanti ed essere pronti alla lotta fino al triplice fischio. Non sposo assolutamente il pensiero di chi afferma che il derby debba essere una partita come le altre. Non è così. Ci sono capitoli di letteratura granata in cui si afferma che l’essere del Toro è una vera fede, i tifosi del Toro sono diversi. I veri tifosi restano tali anche quando si gioca (e si perde) a Castel Di Sangro. Perché è lo sconfinato amore per questi colori che spinge ancora ognuno di noi a seguire le sorti del Toro e a roderci il fegato per quando le cose vanno male. Se il tifoso è così legato al Toro, per quale motivo il derby andrebbe considerato una partita tra le tante? Anche l’Espanyol in Spagna giustamente sente il derby con il Barcelona ma non credo che nessuno pensi che la partita debba essere considerata come le altre. Per cui che derby sia!

Qualcuno in tempi bui vantava come onorevole avere tanti nemici. Io sono del parere che vantarsi di questo è solo un modo per giustificare i propri misfatti. D’altro canto però credo che non ci sia nulla di male ad avere dei nemici o anche un nemico solo. Ma quel nemico, quando lo si affronta, deve essere rispettato perché se ne riconosce la forza, ma lo si affronta senza paura con lo scopo di annientarlo (sportivamente), semplicemente perché non si deve far paura. Per cui come si fa a considerare una partita come le altre quella contro il tuo nemico? Io non sono di Torino, ma come sarebbe possibile passare sopra anche all’inchiesta degli striscioni uscita riportata da Report in cui si è dimostrato come il responsabile della vigilanza della Juve (è bene ricordare che è rimasto al suo posto) abbia contribuito fattivamente al loro ingresso? Come si può perdonare questa offesa? Come posso considerare il derby come un match contro la S.P.A.L (con il massimo rispetto)? Dunque sabato è il giorno del derby e lo dico senza timore, per me è la partita in cui va dimostrato cosa è il Toro.

In settimana ce l’hanno ricordato l’addio di Radice, le parole dei suoi calciatori, Junior che ci dice che non esistono squadre imbattibili, ce l’ha ricordato la prestazione gagliarda di Belotti e compagni a San Siro contro il Milan e ce l’ha ricordato lo Young Boys ieri sera. La determinazione e la grinta non devono mancare mai quando si affronta il proprio nemico. Poi il risultato potrà essere negativo, ma non bisogna partire rinunciatari come nei penosi derby precedenti. Si deve aggredire e pressare con la stessa intensità di San Siro, solo così potremo avere qualche chance di vittoria. Certo dopo questo va detto che se si crea tanto, ma non si segna come in casa del Milan, diventa difficile per chiunque riuscire a vincere.

Ultima considerazione. Dall’altra sponda del Po’ usano come slogan “Vincere è l’unica cosa che conta”. Ecco, noi sappiamo che ovviamente non è così e che ci sono altri aspetti del calcio che devono essere considerati e valorizzati. Ma non è che con questo possiamo dire allora che Vincere non conta un c… Dobbiamo essere ragionevoli e pensare che la vittoria deve essere il frutto da cogliere alla fine di tutta la semina che è la gara. Se ti impegni tanto il frutto potresti coglierlo, ma potrebbe capitare che qualcuno più lesto di te lo colga prima. Certo poi nessuno dimentica quanto fatto, ma qualche volta quel frutto va colto con tutti i suoi tre punti, perché è vero che non è l’unica cosa che conta, ma conta abbastanza.

Coraggio Toro, gioca al massimo delle tue potenzialità senza fare regali. Sperando che Guida e VAR non facciano scherzi.

Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.

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