Se nel calcio esiste quella che comunemente si definisce "mentalità vincente" è perché spesso quello che fa la differenza in una partita è proprio l'approccio mentale alla gara e l'intensità che in certi momenti sai dare alla prestazione. Mercoledì a Verona, ma anche a tratti nelle altre partite, il Toro ha dimostrato di dover lavorare e crescere ancora molto sotto questo aspetto. La chiave per evitare che le partite si trasformino in esibizioni di Dottor Jekyll e Mister Hyde in maglia granata è, a mio giudizio, tutta qui.
Partite da qui alla fine se ne perderanno ancora, ci mancherebbe, e non sarà un dramma, ma in un campionato così appiattito e imprevedibile come sembra quello di quest'anno, se il Toro riuscisse a trovare continuità mentale aggiungendola ad una solidità di gioco ormai acquisita da più stagioni, potrà davvero veleggiare a livelli insperati. Vincere aiuta a vincere, ma di solito la differenza tra chi è abituato a vincere e chi no si nota da questo dettaglio: il vincente tende a pensare alla prossima possibile vittoria e non a quella che ha appena ottenuto...
Il Toro di quest'anno ci piace sia nei protagonisti ritrovati (Peres, Quagliarella, Moretti, Glik) sia in quelli appena scoperti (Baselli, Acquah) sia in quelli ancora da scoprire (Belotti su tutti). La media punti fin qui ottenuta è eccellente e, se mantenuta, ci farebbe sognare perché 76 punti finali sarebbero un bottino almeno da Champions. Domenica c'è il Palermo per dimostrare che la partita col Chievo (che, tra l'altro, va per onore del vero detto è una delle squadre più in forma di questo inizio di campionato) è stato un normalissimo passo falso come capitano nell'arco di una stagione: il Toro Mister Hyde non deve far paura, ma solo essere da monito affinché il Toro Dottor Jekyll si tenga ben stretto il suo ruolo da protagonista.
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