Se guardassi, invece, alla cabala e ad una certa storica attitudine del Torino a ergersi protagonista negativo di certe beffe del destino, i playout mi spaventerebbero ancor di più di quanto già mi spaventa la semplice ripresa e normale conclusione delle ultime tredici giornate di questo campionato.
L'arrivo di Vagnati (al di là di ciò che penso su Bava e gli annessi risvolti della vicenda che lo hanno coinvolto) credo sia un segnale forte della società ai giocatori con i quali in stagione non c'è stata grande sintonia. Vagnati non ha la bacchetta magica e non può con l'imposizione delle mani far tornare a rendere al 101% questa rosa, ma la sua nomina è un inequivocabile messaggio che la società ha inviato ai calciatori: un nuovo progetto è nato, con voi o senza (alcuni) di voi. Chi si tirerà indietro verrà lasciato da parte e diventerà responsabile principale agli occhi dei tifosi di un eventuale fallimento. Il messaggio avrà una sua presa sullo spogliatoio? Ai posteri l'ardua sentenza, sperando di non dover passare anche dalle forche caudine dei playout in questa stagione in cui di cose strane e storte ne abbiamo già viste abbastanza.
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.
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