Ovvio che questi fatti da soli non garantiscano niente di più di ciò che attualmente siamo: una società medio piccola (visto che pare che i fatturati contino…) con una gloriosa storia alle spalle ed un dignitoso futuro davanti (autofinanziamento e media classifica). Il che è di gran lunga meglio di ciò da cui ci ha pescato Urbano Cairo (fallimento), ma è un po' meno di quello a cui eravamo abituati prima di finire in quello stato. È chiaro pertanto che solo il nostro Presidente, ormai diventato imprenditore di grandissimo successo a livello nazionale, abbia le chiavi per provare a modificare il nostro destino. Profetizzando che entrerà nella storia del Toro come il più longevo proprietario, mi chiedo se davvero questo voglia essere l'unico motivo per cui vorrà essere ricordato dalle generazioni future…
Nel più breve termine non so nemmeno se il mercato di gennaio possa essere davvero decisivo per le sorti della squadra. In un campionato che batterà il record della quota salvezza più bassa di sempre (la proiezione ad oggi direbbe una ventina di punti), al contrario, ci potrebbe essere la quota Uefa più alta di sempre. Vale la pena pertanto investire massicciamente sugli acquisti della sessione di riparazione? L'istinto mi suggerirebbe di si, perché è importante non perdere l'effetto volano dell'entusiasmo portato dall'arrivo di Mihajlović e poi perché un girone di ritorno in scia del treno europeo galvanizzerebbe i tifosi e sarebbe linfa vitale per presentarsi ai blocchi di partenza della prossima stagione con la situazione ideale per raggiungere gli obbiettivi prefissati. Dall'altro canto, forse, se questa diventasse una stagione di transizione, l'allenatore potrebbe lavorare su alcuni giovani importanti (Barreca, Boyè) per portarli al top in vista della prossima, decisiva, stagione.
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