NUMERI CONTRO - Anche abbandonando il piano sentimentale, che a onor del vero spesso distorce la serenità del giudizio, scopriamo comunque che la matematica, sempre lei, può essere un'arma a doppio taglio i cui numeri a volte non danno per nulla ragione a Ventura e i suoi. Per stessa ammissione del mister dopo le sonore sconfitte col Parma e nel derby fu detto che“l'uomo in più nel calcio moderno è un vantaggio troppo grande”, ergo giocare ottanta minuti su novanta in superiorità numerica e fare zero a zero mi sembra che non faccia per nulla tornare i conti. Nella trasferta di Venaria si rimase in dieci sul punteggio di parità e con la spinta psicologica positiva di un rigore subito ma non trasformato. A fine partita, con tre gol sul groppone, tutti, dall'allenatore ai giocatori, si affrettarono a dire che “di più proprio non si poteva fare”. Eppure qualcuno stranamente ci è riuscito. I numeri, infatti, ci dicono che domenica la Doria (non il Barcellona ma una squadra che, sempre i numeri, pongono al nostro livello), in quello stesso stadio ha avuto simil sorte con l'aggravante di trovarsi oltre che sotto di un uomo anche sotto di un gol. Eppure il risultato finale è stato decisamente diverso. Troppo facile cavarsela dicendo che ogni partita fa storia a sé e che Buffon fa un errore ogni morte di Papa: se non gli tiri almeno addosso, non potrà fare nemmeno quello...
COETANEI - Infine un'ultima considerazione: matador della gobba è stato un ragazzino di 19 anni che, per un'incredibile coincidenza, è coetaneo del nostro Diop. Il quale addosso a Buffon ci avrebbe tirato anche volentieri se avesse giocato un po' più che cinque minuti in tutto il girone d'andata. Certo l'argentino Icardi ha avuto spazio con continuità tra i titolari blucerchiati per l'infortunio di Maxi Lopez (mandando in tribuna lo stesso Pozzi che i dirigenti doriani ci vogliono rifilare valutandone la metà 2 milioni!) così come El Sharawi è esploso nel Milan (non nel Padova...) perchè Ibra è stato venduto al PSG, mentre al povero Diop è capitata la sfortuna di essere chiuso da “mostri sacri” come Meggiorini e Sgrigna. Delle due, allora, l'una: o conta la fortuna e al Toro stiamo freschi, o contano i numeri e purtroppo al Toro, come visto, non sempre i conti quadrano, dal momento che nel calcio tutto quanto, matematica compresa, è un'opinione!
Alessandro Costantino
Foto Dreosti
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