Poi mi chiedo, a parte il fattore economico che è importantissimo, la società, il mister e i giocatori ce l’hanno l’amor proprio? A me sembra di no, o almeno non del tutto. Serve più amore per la maglia e per sé stessi e serve avere più voglia di conquistare il risultato. Mi dispiace, ma reputo tutti responsabili e non salvo nessuno. La società per non aver investito in alternative davanti e in mediana. Al solito siamo partiti con una squadra incompleta e con rincalzi inadeguati come ad esempio Gustafson. Spero contro il Crotone di vedere Sadiq in campo, perché qualora non dovesse scendere sul rettangolo di gioco, significherebbe che non è un giocatore all’altezza di fare il vice Belotti quando a Udine possiamo vedere un Maxi Lopez in grande spolvero. E quindi la società non ce l’ha un po’ di amor proprio per evitare di esporsi anno dopo anno sempre alle stesse critiche? Lo stesso dubbio mi viene per Mihajlovic e i giocatori, perché se tenessero un po’ a loro stessi, le pessime figure del derby e di domenica scorsa (non so quale sia peggiore) non le avrebbero fatte o almeno non una di seguito all’altra.
Infine non è possibile che ogni qualvolta che perdiamo un uomo, la squadra si squagli come neve al sole. In Serie A è un atteggiamento che non ci si può permettere. Oppure quando si va sotto nelle partite attese si perde completamente la testa. Avete visto l’Atalanta contro la Juve? Sotto di due reti si è impegnata a fare meglio senza lasciarsi prendere dall’isteria. Questo è lottare e giocare a calcio. Per cui ora è il momento di rimboccarsi le maniche, pochi proclami, poche parole e tanti fatti.
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
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