Under 18, lo scudetto è un lavoro che affonda le radici nell'ultimo quadriennio
—Stagione 2021-2022, la prima con Ruggero Ludergnani alla guida del Settore giovanile. In Primavera c'è Federico Coppitelli, sulle altre panchine siedono Asta (U18), Malfatti (U17), Semioli (U16) e La Rocca (U15). Ludergnani prende in eredità quanto fatto da Bava e inizia a mettere le proprie basi, partendo dal basso ovvero dall'Under 15, annata che più di tutte è un cantiere aperto perché segna il passaggio da Scuola calcio a Settore giovanile vero e proprio. Si tratta quell'anno del gruppo dei 2007. Suona familiare? Dovrebbe, perché quel gruppo che in Under 15 si era fermato ai quarti scudetto con la Fiorentina è lo stesso che quattro anni dopo è diventato campione d'Italia in Under 18. Il lavoro che è stato fatto sulla squadra guidata prima da Fioratti e poi da Vegliato esemplifica la mentalità con cui Ruggerlo Ludergnani ha lavorato in questi anni. Guardando la rosa, balza all'occhio quanti ragazzi che già erano patrimonio del Toro siano stati valorizzati dopo un percorso costante e coerente nelle giovanili granata. In totale 12 che dai primi passi sono arrivati fino al tricolore (Anino, Finizio, Fiore, Foschiani, Gallo, Gatto, Ressia, Acquah, Ferraris, Grandi, Sandrucci, Spadoni). Poi c'è stato tutto il lavoro di completamento della rosa, che ha coinvolto territorio regionale, nazionale ed estero. In Piemonte il Toro ha pescato Conte nel 2021, prelevato dal Lucento e dall'Under 15 in poi diventato un punto fermo, oltre a Bochicchio nel 2023, preso dal Chieri. In Italia Ludergnani ha avuto il merito di scovare Cacciamani ad Ancona nel 2023, ma anche Pellini, Mancini e Conzato nel 2024. Poi il grande lavoro svolto sul mercato estero: i primi arrivati sono stati nel 2023 Kirilov, Kugyela e Liema Olinga prelevati da Finlandia, Ungheria e Belgio; l'anno successivo si sono aggiunti altri tasselli con Yesin dalla Polonia e Melo dal Portogallo, fino ad arrivare al 2025 quando si sono aggregati anche Balaguss dalla Lettonia e Brzyski dalla Polonia. Le basi dicevamo, sono solide e non serviva il tricolore per dimostrarlo ma certo è un di più. L'Under 18 di oggi è già la Primavera di domani.
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