GATTO 7: Ha un grande merito, sapersi adattare alle diverse fasi della partita. Primo tempo più di contenimento che di spinta, complice una maggior propensione offensiva dei giallorossi sul suo lato. Anche nella ripresa è dedito ai compiti difensivi, ma diventa una necessità e torna quindi a dare una copertura che è vitale. I vari cambi lo portano a spostarsi sulla corsia mancina nei supplementari. Arriva all'ultima mezz'ora con ancora tanta benzina e si carica di responsabilità. Fa bene. Perfetta la traiettoria da punizione per il colpo di testa di Spadoni, firma l'assist che vale lo scudetto.
PELLINI 6.5: Dà garanzie, sceglie spesso la strada più sicura ed è un bene perché Sugamele è una spina del fianco ed è necessaria la sostanza. Gli ultimi dieci minuti dei tempi regolamentari sono frenetici, in area toglie tutti i palloni che può di testa sfruttando la sua elevazione. Nei supplementari serve un altro step, non si tira indietro.
FIORE 6: Rientra dopo l'acciacco contro il Cesena, riprende quindi il posto da titolare in finale. Tiene bene la sua posizione, facendo una guardia veramente attenta. All'ora di gioco si ripresenta però il problema accusato in semifinale, deve dare forfait (60' ACQUAH 6: Entra in un momento in cui serve sostanza a centrocampo, mette il fisico e cerca di frenare le incursioni di una Roma che cresce. Alza l'agonismo nei supplementari, si mangia le mani però per un tap-in mancato al 110')
FINIZIO 5.5: Torna titolare per la gara più importante della stagione. Inizia con intraprendenza e si conferma su quei toni creando una corsia insidiosa a sinistra insieme a Cacciamani. Deve stare attento a qualche eccesso di fiducia. Ne paga uno con un'ingenuità al 72', evidente ritardo su Marcucci e rigore che riapre la finale. Dopo l'errore va un po' in confusione (78' RESSIA 6.5: Entra per dare maggiore copertura, lui che di ruolo naturale è un centrale. Preziosissimo in anticipo nel finale dei tempi regolamentari e anche nell'ultima sofferta mezz'ora di partita. Impatto di livello)
LIEMA OLINGA 7: Il ruolo di mezzala gli permette di avere una posizione molto più mobile rispetto a quello di play basso, spesso lo si vede dalle parti della trequarti. Dà una sicurezza importante nelle due fasi. Lo fa dal primo all'ultimo minuto, garantendo a un Toro che vive più momenti una guida sicura in mezzo al campo. Ennesima prova di solidità per il belga, che chiude nel migliore dei modi la stagione che lo ha portato alla ribalta.
BRZYSKI 6: Subentrato dalla panchina in semifinale, è nell'undici titolare per la finale scudetto. Vegliato gli affida le chiavi del centrocampo, è da lui che parte l'impostazione. A volte gli riesce meglio e altre volte meno bene, non fa mancare in ogni caso l'apporto (65' CONZATO 6.5: Prova a dare una sterzata, rivitalizzando un attacco che aveva perso pericolosità a inizio secondo tempo. Ha colpi nel suo bagaglio, li sfodera ma non sempre con la giusta precisione o con la giusta cattiveria. Nei supplementari la sua capacità nell'uno contro uno si rivela un'arma per limitare le sofferenze)
KIRILOV 7: Ha intelligenza calcistica e la mette a disposizione dei suoi. Interpreta con libertà il ruolo di mezzala, alzandosi per rifornire l'attacco. Due tocchi per Sandrucci e Cacciamani originano le prime due iniziative dei granata. Al 41' si mette in proprio: tiro di punta, pallone sotto la traversa e Marcaccini che dice no. Tanto lavoro anche nella ripresa in cui ha più spazio per ispirare che per colpire, resta sempre nel vivo delle iniziative granata (91' SPADONI 7.5: Si percepisce subito quanta voglia abbia di incidere, non era scontato che lo facesse nell'immediato e nel momento più difficile. A poco più di cinque minuti dall'ingresso gli basta prendere posizione in area e saltare più in alto di tutti per affondare il colpo sorprendendo la Roma. Incornata chirurgica. L'undicesima marcatura in campionato è quella che regala lo scudetto, la più bella)
SANDRUCCI 6: Scelto sulla trequarti per agire sulla destra. Vuole entrare subito a pieno regime, tenta allora il primo tiro di partita: destro morbido ma centrale. Con il passare dei minuti però s'adombra ed entra meno nel vivo (46' FERRARIS 7: Entra e mette subito un pallone interessante per Cacciamani, che va a un passo dal gol. La magia la compie qualche minuto dopo al 61' quando alza la testa e libera un destro dalla distanza che si insacca nell'angolino basso e lascia al palo Marcaccini. Sigla il suo gol più pesante contro la Roma, sono otto in stagione e si conferma un diamantino)
CACCIAMANI 7: La sua qualità è cosa nota, la Roma gli incolla due avversari di default. Basta? No, al 20' si inventa una giocata pericolosa e per poco non sfiora il gol. L'essere braccato gli causa qualche frustrazione, ma tiene alta la concentrazione. A inizio ripresa sfiora un'altra volta la rete con un diagonale velenoso che finisce fuori di un soffio. Poi paga un po' di stanchezza, che si azzera nei supplementari in cui conquista tanti falli e fa della sua esperienza acquisita un fattore importante.
CONTE 6: Primo tempo di sacrificio per il capitano, che lotta per la squadra ma riceve davvero pochi palloni puliti da poter giocare. Esce a inizio ripresa quando Vegliato rivoluziona l'attacco (46' MELO 6: Non è sempre acceso, ma quando alza i giri è quasi infermabile vista la sua velocità e diventa un fattore; 118' KUGYELA sv)
ALL. VEGLIATO 7: Sulla panchina dell'Under 18 da aprile, da quando Fioratti è salito in Primavera, gli tocca un compito non semplice. Vero che la squadra ha valori importanti, ma è vero anche che non era semplice subentrare ad alchimia già trovato con il precedente tecnico. Vegliato si siede sulla panchina in punta di piedi e con autorità guida la squadra, che ha qualche piccola flessione nel finale di campionato ma a cui non fa mai dimenticare le proprie potenzialità. Nell'ultimo atto si è visto il miglior Toro, prepara bene la finale e dalla panchina trova la mossa giusta per battere la Roma, cambiando tanto e scegliendo Spadoni per i supplementari. Si porta a casa lo scudetto e scrive la storia. Posa insieme a Fioratti a Latina, il lavoro di squadra vale il tricolore.
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