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toronews interviste Biasin a TN: “L’Inter in difesa può soffrire, squadra quasi pronta. Su Asllani…”
Le Voci

Biasin a TN: “L’Inter in difesa può soffrire, squadra quasi pronta. Su Asllani…”

Davide Bonsignore Redattore 
Dalle delusioni, passando per i cambiamenti arrivando al presente: conosciamo i prossimi avversari dei granata

Comincia in salita il percorso nella Serie A 2025/2026 per il Torino di Marco Baroni che alla prima giornata si trova di fronte una delle favorite per la corsa finale allo Scudetto: l'Inter di Cristian Chivu. Calcio d'inizio fissato per le 20:45 di lunedì 25 agosto in quel di San Siro, con le due formazioni che hanno interesse a cominciare al meglio questo percorso in campionato. I nerazzurri arrivano da un periodo complicato, tra le delusioni nelle varie competizioni, i cambiamenti in panchina e un mercato non idilliaco. In ogni caso, rimane una formazione estremamente complicata da affrontare. Conosciamo al meglio i prossimi avversari dei granata grazie alle parole di chi li segue sempre da vicino: Fabrizio Biasin, giornalista di Libero, che ringraziamo per la disponibilità e il tempo concesso.

Buongiorno Fabrizio, considerato che è la prima giornata di campionato, con che ambizioni e aspettative si affaccia l'Inter a questa Serie A?“Essendo la prima di campionato è sempre difficile fare una sorta di previsione, perché è proprio la giornata tipica per le sorprese: non sai mai come ci arrivi. Sicuramente sono squadre che non sono al completo, perché il mercato è ancora aperto, ci sono tante incognite. L'ambizione dell'Inter non la scopro io, la comunica la dirigenza dell'Inter che - al netto di tutti i problemi che può aver avuto alla fine dell'ultima stagione - ha un'ambizione che è sempre la stessa: provare a vincere lo Scudetto. L'Inter parte con questa ambizione: non arrivare in Champions League, ma provare a vincere lo Scudetto. Ovviamente è un'ambizione che ti porta anche un po' a scoprirti perché se poi non ce la fai… Però Marotta e Ausilio non si nascondono e pensano di avere una squadra capace di puntare a questo obiettivo”.

Biasin sul precampionato: "Chivu non cambierà tanto da Inzaghi all'inizio"

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Nel precampionato cosa emerso, dai primi test amichevoli, dal ritiro…?“L'Inter arriva dopo quattro anni di gestione Inzaghi, ha terminato un ciclo, che per qualcuno è stato vincente fino a un certo punto, però personalmente ritengo sia stato un enorme ciclo: io ho visto l'Inter giocare un livello di calcio veramente interessante. Quindi a Chivu non viene chiesta una cosa semplice da fare: cioè, andare avanti lungo il percorso segnato con una squadra che si sta cercando di rinnovare. Sono arrivati 3/4 acquisti: Bonny e Pio Esposito in attacco, Luiz Enrique e Sucic a centrocampo. Questa è una squadra che si sta cercando di rinnovare, non ha certamente ancora completato il suo rinnovamento ma ha ossatura che è quella dei titolari dell'anno scorso che è ancora molto presente, visto che alla fine sono rimasti praticamente tutti. Quindi l’idea è quella di ricominciare sul vecchio solco: io mi immagino che nella partita con il Toro si possa ripartire dal 3-5-2. Poi piano piano Chivu probabilmente varierà, magari non direttamente in questa partita ma nelle prossime, per cercare di dare la sua identità. Almeno inizialmente mi aspetto una squadra che possa assomigliare a quella di Inzaghi".

In effetti questo è il concetto espresso da molti: “Chivu è furbo se cambia molto poco rispetto ad Inzaghi”…“Assolutamente. Anche perché i giocatori sono quelli: sarebbe stupido e sciocco secondo me cercare di voler da subito trasformare e rivoluzionare la squadra. Poi - al netto del fatto che l'Inter arriva da un mese di profonde diluzioni: la finale di Champions, lo Scudetto perso per un punto, lo stesso Mondiale per club… - per il resto la stagione è andata in una certa maniera quindi ha poco senso pensare di cambiare tutto rispetto all'anno passato. Anche perché la scorsa è stata la stagione delle 63 partite: se ne hai giocate 63 è perché evidentemente qualcosa di buono l’hai fatto”.

Biasin sul presente: "L'inter è pronta? Parzialmente"

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Alla luce di tutto questo, l’Inter contro il Torino si presenta come una squadra pronta?“Parzialmente. Io mi immagino comunque una squadra che - come il Torino, del resto - avrà tutta la voglia di partire bene: la volontà è quella di cominciare bene. Ed è una squadra rodata, lo abbiamo detto. Però rispetto alle altre è partita più in ritardo: è l'ultima squadra di serie A che ha ricominciato, perché aveva il Mondiale per club, con un allenatore nuovo, con dei giocatori che ancora devono entrare in regime. Per cui io posso presumere che abbia ancora qualche difetto di sistema, che è fisiologico, perché ha iniziato più tardi rispetto agli altri. Se si aggiunge che ci sono un paio di pedine importanti che non potranno scendere in campo - uno è Calhanoglu, che da tanti anni è un po' il perno della squadra, l'altro è Pio Esposito - comunque si ha una squadra che qualche problemino potrebbe averlo”.

Gli assenti quindi saranno solo questi due?“Sì, al momento non vedo altri problemi. Certo è che il mercato ogni giorno stravolge un po' gli equilibri perché, per esempio, Asllani potrebbe accasarsi in questi giorni, perché bisogna vedere cosa succede Pavard, perché ci sono tutta una serie di situazioni. Però è una rosa che comunque consente di avere un undici sempre ipercompetitivo, per cui ovviamente non ci sono alibi”.

Il capitolo Asllani e il ritorno di Zapata

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Per altro Asllani è anche un nome che ruota molto anche intorno al calciomercato del Torino…“Sì, si è parlato tanto di Asllani vicino al Bologna, sembrava tutto fatto, l’Inter aveva un accordo col Bologna. Però in realtà l’accordo personale tra giocatore e club ancora non c’era. Probabilmente se può scegliere, Asllani sceglie una piazza dove c’è la competizione europea, però io non credo che sia la discriminante maggiore. Per lui l’importante è restare in Serie A: questa cosa l’ha detta abbastanza esplicitamente. Dopodiché deve trovare la chiave giusta: io penso che nella sua testa ci sia la necessità di giocare. Nelle ultime stagioni non ha avuto tutto quello spazio che serve a un giocatore, a un centrocampista per emergere, per la continuità che è necessaria. Quindi secondo me la prima cosa che lui dovrebbe chiedere alla sua nuova piazza è: “Ho lo spazio necessario per esprimermi?”. Secondo me a Torino potrebbe averlo”.

Inter-Torino cade in un momento particolare, perché è ricordato dalla piazza granata come il momento in cui si è infortunato Duvan Zapata: è possibile che i primi minuti nuovamente in Serie A Duvan Zapata li giochi nuovamente contro l'Inter a San Siro. La disposizione della squadra, della difesa nerazzurra può cambiare in base alla presenza o meno del colombiano?“Non penso che cambierà l’Inter a seconda della sua presenza, penso che cambierà a seconda della disposizione. Però, ripeto, non riesco a immaginare un Inter che non scende in campo con la difesa a tre; per cui, a prescindere poi dalle scelte di Baroni, l'Inter giocherà con questa difesa, con questo modulo. Su Zapata l'anno scorso è stato un po’ lo spartiacque della stagione del Toro. Io mi ricordo quella partita, il Toro giocò un'ottima partita, Zapata giocò un'ottima partita e poi sappiamo che dopo quell'infortunio per il Toro è cambiato tutto perché ha perso il suo punto di riferimento davanti, ha perso un certo tipo di peso proprio in campo. È una partita importante per uno dei giocatori che negli ultimi dieci anni di storia del calcio italiano, il segno lo ha lasciato. Per cui il Toro ritrova un capitano, ritrova un giocatore veramente importante”.

I punti di forza e di debolezza dell'Inter

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Se volessimo trovare un punto di forza dell'Inter, a cui il Torino deve stare più attento, un punto di debolezza su cui il Toro deve puntare?“Il punto di forza penso sempre che sia legato alla capacità di fare gioco dalla metà campo in su: il centrocampo dell'Inter ha sempre trovato la chiave per riuscire a sfruttare tantissimo soprattutto le ripartenze in verticale. Io penso che da questo punto di vista ci siano giocatori, da Barella, il nuovo, Sucic - un più da più avanti - Lautaro, lo stesso Bonny - appena arrivato - che hanno la capacità, secondo me, di fare male; compresi gli esterni, con Dumfries da una parte e Dimarco dall'altra. Il rovescio della medaglia è che l'anno scorso l'Inter ha difettato molto nella sua fase difensiva. Questa capacità di fare tanto calcio sul fronte offensivo, tante volte poi ha lasciato scoperta la fase difensiva. Questa cosa solo in parte è stata corretta perché anche nel precampionato, l'Inter ha preso tanti gol. Quindi io penso che ancora questa cosa vada corretta e bisognerebbe riuscire a tornare a due anni fa quando fare gol all'Inter era veramente difficile”.