Il calcio è cambiato e forse non si può replicare questo tipo di procedura, però è indubbio che aumentasse lo spirito di appartenenza."Sì, bisogna calcolare che oltre alla Prima Squadra e alla Primavera ti imbattevi spesso nelle altre compagini dell'agonistica. Inoltre, molti di noi erano cresciuti nel settore giovanile. La maglia ce l'avevi incollata addosso, questo lo sentivi e si sentiva. Era un'altra epoca storica, oggi non replicabile. Il Filadelfia era sempre aperto, più squadre che si allenavano in spazi ristretti a stretto contatto con la Prima Squadra. Era un calcio più semplice".
Passiamo all'oggi. Quanto sta rovinando la stagione del Torino questo brutto finale di campionato?"Il finale deve servire allo staff tecnico e alla società per capire su chi puntare nella prossima stagione. Dispiace un finale così incolore. La stagione non è da buttare perché per lunghi tratti è stata buona. Bisogna tenere conto che nello sport professionistico se concedi anche solo un minimo a livello di motivazione rischi di perdere. Il Torino ha trovato sulla propria strada una serie di squadre molto più motivate, dall'Inter al Napoli, dal Venezia al Lecce. Al di là dei risultati, queste partite servono per programmare il futuro".
Si possono fare valutazioni umane e tecniche."Sì, possono essere state partite utili da questo punto di vista. Del resto, Vanoli ha dato minutaggio ad alcuni ragazzi della Primavera. Ha potuto fare delle considerazioni su questi giovani".
Cosa pensa dell'ultimo 4 maggio tra memoria e contestazioni?"Ne ho viste di tutti i colori il 4 maggio. Il Torino è arrivato al 4 maggio in momenti molto differenti della propria storia, momenti esaltanti e momenti di contestazione. Quel che è sempre rimasto è stato il senso di rispetto per chi non c'è più e ha dato tanto per i colori granata. La memoria vince sempre il 4 maggio".
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