Cosa rappresentavano nello spogliatoio?"Giorgio è stato l'esempio, era la forza, la sicurezza e la serietà. Viva l'esempio, mai domo. Per sapere qualcosa sull'umiltà bisogna aprire il libro alla pagina dedicata a Ferrini. Gigi era l'opposto: l'estro. Aveva un coraggio fuori dal comune, è riuscito a convincere Rocco, uno che inizialmente lo contestava. Tutti avevano paura che Gigi fosse chissà quale personaggio, invece era uno di buonissimo cuore. Di Aldo ho già detto: era come un fratello. E poi aggiungo che tutti e tre erano sempre dalla parte dei bambini, non declinavano mai un autografo e una foto. Avevano una grande sensibilità".
A vedere il Toro d'oggi si rattrista?"Sì, molto perché vengono a mancare i valori. I giocatori che oggi transitano non possono nemmeno intuire che cosa sia il Toro. Non possono intuire il valore di quella maglia granata. La gente del Toro sa anche perdere, non importa, ma dipende tutto dal come perdi".
Il Torino di ieri potrà mai tornare nel calcio di oggi?"Quasi impossibile perché il Toro di ieri, quello di Superga e quello degli anni Settanta, era costellato di valori. Due/terzi della rosa incarnavano un'idea, quella trasmessa dal settore giovanile. Ormai ci sono troppo pochi esempi che possono trasmettere le idee del Toro. Si veniva valutati per lo spirito, non solo per l'attitudine in campo".
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