Esclusiva

Don Robella a TN: “Tifosi, lasciamo libera la zona lapide per squadra e parenti”

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In esclusiva le parole del cappellano granata in vista delle celebrazioni del 4 maggio
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Il 4 maggio è arrivato, fervono gli ultimissimi preparativi per una giornata diversa rispetto a tutte le altre in casa Torino. Don Riccardo Robella, cappellano del Torino, ci racconta in esclusiva quelle che sono le sue attese per questo giorno dedicato al ricordo degli Invincibili.

Buongiorno don. Cosa desidera per oggi, 4 maggio 2025?"Mi auspico che sia una serata di serenità e di unità. Credo che abbiamo bisogno di questo: essere uniti tra noi ed essere sereni". 

Dal punto di vista delle celebrazioni religiose tutto confermato?"Nessuna novità per le cerimonie religiose. A mezzogiorno commemorazione al cimitero e poi alle 17.03 iniziamo la messa per i campioni alla basilica di Superga. Mi permetta un appello".

Assolutamente."Faccio un appello ai tifosi. Oggi ci sarà sicuramente una grande partecipazione. Se si riuscisse a lasciare la zona della lapide libera per quando va la squadra sarebbe una gran cosa. I parenti e la squadra fanno fatica a raggiungere il piazzale. Sarebbe un bel gesto di responsabilità permettere ai parenti e alla squadra di arrivare agevolmente davanti alla lapide per il momento della lettura. Tra l'altro, alcuni parenti hanno una certa età e presentano problemi di mobilità. Mi sembra un gesto di delicatezza e grandioso lasciare il piazzale della lapide libero tanto i tifosi hanno tutto il tempo durante l'intero arco della giornata per recarsi".

Ci può anticipare qualcosa sull'omelia?"Non faccio spoiler sull'omelia (ride ndr). Dico solo che lo spirito degli Invincibili deve sempre governare il Toro, anche oggi a distanza di tanti anni".

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Se n'è appena andato un Papa tifoso, il Torino è per definizione una squadra che unisce sport e fede. Ritrova un parallelismo tra Papa Francesco, San Lorenzo, il Torino e la sua storia?"Noi parliamo di eterno. A Superga si riannodano il cielo e la terra. Del resto la religione che cos'è? La religo, colei che rimette insieme le realtà, il cielo e la terra. Il Toro lo fa, aggiungo purtroppo perché hanno perso la vita dei nostri cari. Penso proprio che per tali ragioni il Torino trascenda". 

Giusto rinviare le partite di Pasquetta per la morte del Papa? Tanti tifosi hanno storto il naso..."No, secondo me è stato inutile. Non ha reso onore a quello che ha detto e fatto il Papa. Non è stato un rinvio rispettoso per i tifosi che vanno avanti e indietro per tutta l'Italia. Mi ha lasciato quanto meno perplesso il rinvio delle partite di Pasquetta. Giocare non sarebbe stato un 'the must go on', piuttosto concretizzare ciò che era già in itinere. Inoltre, giocare due giorni dopo non ha aggiunto nulla. Non c'è stato rispetto delle persone, anche perché il rinvio è avvenuto a una manciata di ore dallo svolgimento delle gare". 

Si aspettava di più dalla stagione del Toro?"Parto dal presupposto che chi sta conducendo il lavoro lo sta facendo con il materiale umano che ha trovato a disposizione. Il mister è davvero eccezionale, ho grossa stima di lui. Nella nostra stagione sono pesate le assenze di Schuurs e di Zapata. Abbiamo avuto un momento di disorientamento dopo l'infortunio di Zapata. Direi che alla fine della stagione siamo in linea con quello che potevamo raccogliere".

Parla di stima per Vanoli. Dialogando con lui, che l'ha colpita?"Mi ha fatto un'ottima impressione perché la reputo una persona intelligente con una visione manageriale all'inglese. Ha un grandissimo senso di empatia: questo serve al nostro ambiente". 

 

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