Pastore (Il Foglio): “Il Milan dietro i dubbi di Belotti? Non credo, ecco perché”
Pastore (Il Foglio): “Il Milan dietro i dubbi di Belotti? Non credo, ecco perché”
In esclusiva su Toro News il collega che segue da vicino la formazione rossonera ci introduce al match di stasera
Gianluca Sartori
Su Twitter si distingue per originalità e arguzia con le sue “statistiche inutili”, ma soprattutto è uno stimato giornalista e scrittore che collabora attualmente con “Il Foglio”, “Linkiesta” ed “Esquire”: Giuseppe Pastore (@gippu1) è grande esperto di cose rossonere – ha anche curato insieme a Paolo Condò il libro “La storia del Milan in 50 ritratti” – e si concede a Toro News per alcune battute su Milan-Torino nelle ore che precedono il match di questo martedì sera a San Siro.
Giuseppe, il Milan ha vinto a Bologna pur faticando, come fanno le grandi squadre. Ma hai colto dei segnali di calo da parte della truppa di Pioli?
“Non parlerei di calo, diciamo che ci sono squadre che se la passano peggio rispetto a chi ha messo insieme otto vittorie e un pareggio in nove partite. A Bologna il problema dei rossoneri – che, lo ricordo, erano privi di almeno cinque titolari - è stato di carattere mentale: dopo un primo tempo chiuso sullo 0-2 piuttosto facilmente, la squadra ha staccato la spina pensando di averla già vinta, forse anche indotta a questo dal fatto che Pioli ha sostituito Tonali. Si è trattato di un episodio probabilmente irripetibile, non penso a difficoltà strutturali o ad una stanchezza generale”.
Cosa pensi del Torino attuale?
“Sicuramente è una squadra che sta giocando molto bene. Quello sfogo di Juric a fine agosto poteva sembrare presagio di una stagione sulla falsariga delle ultime due, invece il croato si sta confermando ottimo allenatore e il collettivo sta facendo buone cose. Direi che il problema strutturale della squadra mi è sembrato un certo gap tecnico tra titolari e riserve, considerando che a Juric, per il gioco dispendioso che richiede, servono un certo numero di ricambi di qualità. Un difetto che emerge ancora di più se, come nelle scorse settimane, subentra la variabile degli infortuni”.
Sbilanciati: i granata hanno possibilità di fare risultato a San Siro?
“Ho un ottimo ricordo del Verona di Juric a San Siro, soprattutto nella prima delle sue due apparizioni. Ivan sa preparare bene le partite contro le grandi e si è visto anche quest’anno. Diciamo che mi aspetto una partita equilibrata e combattuta almeno per la prima ora di gioco. Non mi stupirei se il Milan riuscisse a farla propria nei minuti finali, anche se i rossoneri arrivano a questa gara con un giorno di riposo in meno”.
Come leggi il momento di Ibrahimovic? Lo vedi insieme a Giroud?
“No, non li vedo insieme eccezion fatta per situazioni come quella di Bologna, in cui la squadra doveva vincere la partita in 11 contro 9. Credo che Zlatan sia una persona intelligente e che capisca che non le può più giocare tutte a quarant’anni suonati. Se dovessi descrivere la situazione di Ibra, direi che oggi è lui che ha bisogno del Milan per arricchire i suoi record e il suo palmarés, e non più il Milan che ha bisogno di lui come poteva essere un paio di anni fa, quando si vedeva una squadra per certi versi Ibra-dipendente. Mi aspetto che lo svedese diventi sempre più l’arma dei 20-30 minuti finali. Col Torino, salvo sorprese, in campo vedremo Giroud dal primo minuto”.
Juric ha detto che il Milan ha azzeccato quasi tutte le scelte di mercato. Ma quale è stata, secondo te, la migliore di tutte?
“Dico l’acquisto di Tomori, arrivato a gennaio – quando tradizionalmente si pensa che sia più difficile fare buoni affari – e per cifre che oggi sono irrisorie rispetto al suo valore: per me è al livello dei migliori difensori del campionato. Si tratta di un difensore che ti cambia la squadra perché ti permette di giocare con un baricentro più alto, avendo una grande velocità che gli permette di coprire lo spazio alle proprie spalle”.
Belotti al momento non rinnova col Torino: anche tu sospetti che dietro ci sia il Milan?
“Io non lo penso, perché mi sembra che Belotti non sia più un profilo da punta di una squadra top. Mi spiego: lo era fino a un paio di anni fa, poi ha perso un po’ di smalto forse proprio per il suo stile di gioco generoso che lo spinge a correre per tutto il campo in modo da aiutare la squadra. Lo si è visto anche agli Europei con la Nazionale: sembrava quasi un mediano. In generale mi sembra non abbia più nelle gambe quei 20-25 gol che facevano di lui un uomo mercato da 60-70 milioni qualche anno fa, anche se il beneficio del dubbio su questo va concesso. Ma ho il sospetto che sia il Toro che il giocatore abbiano un po’ perso il loro treno. Inoltre Belotti tra poco compirà 28 anni: in generale è l’età di piena maturità per un calciatore, ma il Milan ama puntare su giocatori più giovani. Va detto comunque che l’eventuale svincolo a parametro zero potrebbe anche essere una variabile importante”.
E per Pobega, invece, prevedi un futuro rossonero?
“È una possibilità concreta, visto che è al Torino in prestito secco, e credo che lui abbia il “physique du role”. Lo commentavo per Milan TV ai tempi della Primavera e so che è un ragazzo a posto e molto intelligente. Il suo è un percorso interessante: è partito dalla Serie C a Terni, poi è passato in B a Pordenone, poi in Serie A come lo Spezia e infine in una fascia più altolocata nel Torino, in una squadra dove si sta ritagliando uno spazio da protagonista. La sua è una crescita che non può lasciare indifferente il Milan, e Juric è l’allenatore ideale per farlo migliorare ancora”.
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