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Pecci a TN: “Juric si lamenta ma resta, quindi è contento di ciò che gli danno”

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Le parole dell'ex centrocampista granata dopo l'avvio della stagione del Torino tra il pareggio con il Cagliari e la sconfitta con il Milan
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Quando parla Eraldo Pecci, non manca mai l'ironia ma la sua ironia va sempre a braccetto con la sagacia. "Piedone", in esclusiva su Toro News, analizza il momento del Torino di oggi dopo il pareggio per 0 a 0 contro il Cagliari e dopo la sconfitta per 4 a 1 contro il Milan.

Buongiorno Eraldo. Come si spiega questo avvio in salita del campionato del Torino?"Guardi, se lei parla con sua mamma su come fa il minestrone, la risposta che riceverà è che il minestrone sarà buono se gli ingredienti sono buoni, altrimenti non uscirà così bene. Lo stesso vale per la rosa di una squadra".

Mancano gli interpreti?"Sì, alcuni interpreti mancano e altri sono discreti. Sono i giocatori che fanno la differenza, nessun altro. Del resto, vincono i campionati sempre le squadre con i giocatori migliori: dal Real Madrid al Bayern Monaco. La base fondamentale di tutte le pietanze sono gli alimenti che ci metti dentro".

La seguo nel parallelismo. A San Siro ha avuto l'idea di un Torino simile a una minestra riscaldata priva di sapore?"Penso che giocarsela con i grandi club, anno dopo anno, diventi sempre più complicato. I bilanci sono molto diversi ed è difficile competere. Se fai una squadra per arrivare quinto avrai un valore, per arrivare nono ne avrai un altro, per arrivare sedicesimo ne avrai un altro ancora. In genere, chi fa la differenza non viene più da noi, non viene più Leo Junior da noi. Questo discorso vale, più in generale, per il campionato italiano. La tua forza è la base della squadra dell'anno prima con l'aggiunta di qualche giovane o di qualche scommessa dall'estero. D'altronde il Napoli ha fatto le fortune con due semisconosciuti come Kim e Kvara. Il nostro campionato è così: ci sono 4-5 squadre che lottano per vincere, 4-5 per non retrocedere, le altre vivacchiano". 

Però, nel recente passato con i grandi club il Torino se l'era sempre giocata. A San Siro non è accaduto. Un problema anche mentale?"Non lo so sinceramente. Ho però visto una squadra che giocava e una squadra che subiva. A fine campionato il Milan arriverà davanti al Torino, però ci sono dei momenti in cui se sei organizzato e attacchi l'avversario e puoi portare a casa un risultato, vedi il Bologna con la Juventus. Il Torino ha perso nettamente a Milano perché non l'ho visto giocare come il Bologna contro la Juventus".

Come giudica l'operato, anche comunicativo, di Ivan Juric?"Le cose di spogliatoio non le conosco. Però, vedo che Juric si è lamentato più volte ed è addirittura arrivato allo scontro con Vagnati ma alla fine è ancora sulla panchina ad allenare il Torino. Dunque, a un certo punto penso che sia contento di quello che gli danno, altrimenti non se ne sarebbe già andato. Se vedi una lite furibonda e poi ritrovi a distanza di mesi ancora nella stessa posizione sia Juric sia Vagnati, significa che alla fine sono d'accordo". 

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