Cosa ha saputo dare Chivu dal momento del suo arrivo al Parma? La piazza ha accettato di buon grado questo cambio in panchina?"Si aveva un po' l'impressione che il ciclo di Pecchia fosse finito. Questo forse è stato anche un cambio tardivo, vanno però riconosciuti i meriti a questo allenatore perché le colpe non sono tutte sue. Per me la colpa principale è di chi ha costruito questa squadra perché non è adatta a competere per le fatiche della Serie A. Secondo me anche Chivu avrà queste difficoltà, il cambio dovrà essere gestito soprattutto dai giocatori. C'è un cambio di filosofia per un gruppo che è più abituato ad attaccare ma che è anche la seconda peggior difesa del campionato. Credo che il cambio ora sia stato metabolizzato, forse qualcuno ne può trarre beneficio anche perché in pochi sui social hanno mandato messaggi dopo la notizia dell'esonero. A Pecchia vanno comunque fatti complimenti perché ha vinto il campionato di Serie B per la prima volta nella storia del club, ha dovuto allenare la rosa più giovane della Serie A e non gli sono stati presi i giocatori che voleva. Chivu invece è un allenatore giovane ma che ha vissuto spogliatoi importanti e che, anche se dispone di poco tempo, proverà a mettere tutto al servizio della squadra".
Appena due mesi fa si è giocata la gara d'andata tra Torino e Parma, i granata devono aspettarsi un avversario diverso?"Deve aspettarsi un Parma che deve fare punti, adesso c'è l'imperativo di fare più punti possibili e sperare in qualche passo falso delle altre. La classifica è molto corta nella zona salvezza e ora il Parma deve badare al sodo, fare gol e punti. Non sarà semplice perché il Parma fatica a fare gol ma deve trovare il modo per mettere in cascina più fieno possibile. Quella con il Torino può essere una partita che può segnare uno snodo in un senso o nell'altro. Battere una squadra forte come il Torino può dare un segnale a tutto l'ambiente, alla squadra e allo stesso allenatore. Non è cambiato molto rispetto a quando è andato via Pecchia, lui era un allenatore più spregiudicato e puntava tanto sulle ripartenze mentre Chivu è un po' più abbottonato perché non puoi sempre pensare di vincere segnando un gol in più dell'avversario".
Quali sono i punti deboli di questa squadra? Cosa dovrebbe fare il Torino per batterla?"Il Parma ha un problema importante secondo me, a livello di fisicità non è fortissimo e ha qualche lacuna. Secondo me in questo momento deve funzionare la testa più della tattica, la squadra di Vanoli gioca un altro tipo di calcio e ha fisicità che potrebbe anche travolgere il Parma. Ci sono poi giocatori di livello, a gennaio è arrivato un rinforzo di livello per me che è Elmas. Il Toro arriverà al Tardini non per speculare ma per fare risultato, starà al Parma provare a ripartire, serve vincere la partita senza guardare al modo".
D'altro canto chi è sembrato maggiormente in forma nel recente periodo nel Parma?"La luce si è spenta da quando Bernabé si è fatto male. I propositi del Parma sono andati un po' sparendo perché lui è un giocatore unico per caratteristiche, può stare in mezzo al campo e ripulire le azioni per le ripartenze o stare sulla trequarti ad unire i reparti. Senza di lui si è dovuto fare di necessità virtù. Ora c'è l'opzione Pellegrino ma è giovane e deve ancora conoscere il campionato italiano che può essere un'altra punta vicino a Bonny e magari creare imprevedibilità in un attacco che ha tanto bisogno di segnare".
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