I conti della società granata tornano in positivo dopo 7 anni, ma la voce è influenzata in gran parte dalla vendita dei calciatori
Venerdì 18 aprile, il Torino ha pubblicato il bilancio chiuso al 31 dicembre 2024. Un documento importante che permette di analizzare la situazione economica e finanziaria dei granata. Proprio attraverso questo si comprende l'ottima notizia del ritorno del risultato netto in positivo, passando da - 9.563.000 a 10.398.000, con un incremento quindi di 19.961.000 euro. Un risultato eccellente, come non si vedeva ormai dal 2017. È necessario, però, analizzare più nello specifico le cause di questo incremento di utile, scoprendo che in realtà sono due voci in particolare ad aver giovato alla situazione del Torino, e si riferiscono entrambe alla gestione dei trasferimenti dei calciatori.
Plusvalenze e Minusvalenze: così cresce l'utile del Toro
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Analizzando il conto economico corrispondente alla gestione dell'anno 2024 è possibile comprendere nello specifico, tra ricavi e costi, quali voci hanno inciso in maniera preponderante sull'aumento del risultato d'esercizio. Con un risultato prima delle imposte, dovuto quindi alla differenza tra ricavi e costi, che passa da - 10.748.061 del 2023 a 16.894.619 del 2024 si può già comprendere la grande differenza tra le gestioni dei due anni. In particolare i ricavi hanno subito un aumento di 33.397.606 euro, passando da 101.143.743 a 134.541.349. Sono aumentati anche i costi, ma in minor proporzione, passando da 109.452.803 a 114.858.482, con un incremento quindi di 5.405.679 euro. Osservando più nello specifico le singole voci di ricavi e costi, ci si accorge come in realtà, escludendo due voci (una ai ricavi e una ai costi) dal calcolo finale, il risultato del 2024 non sarebbe stato altrettanto buono. Nella fattispecie si parla delle voci corrispondenti alle plusvalenze, per i ricavi, e alle minusvalenze, per i costi. La voce plusvalenze da cessioni diritti pluriennali prestazione calciatori, infatti, è aumentata di 35.238.651 euro, passando da 23.216.887 a 58.455.538. Un incremento eccezionale che corrisponde soprattutto alle cessioni di Buongiorno e Bellanova ma anche a quella di Zima e ai premi maturati per le cessioni precedenti di Bremer, Verdi, Izzo e Singo. Allo stesso modo, nella sezione dei costi, la voce diminuita parecchio che ha permesso ai costi di aumentare in proporzione molto meno dei ricavi è quella corrispondente alle minusvalenze da cessioni diritti pluriennali prestazioni calciatori, passata da 5.232.923 a 76.729, con una diminuzione di 5.156.194 euro. Anche questo un ottimo risultato che si deve al venir meno delle minusvalenze dovute in particolare alle operazioni di Verdi e Izzo. Tenendo quindi conto di tutti i ricavi e i costi delle operazioni connesse alle attività relative ai diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori si trova un risultato netto che passa da un negativo di 11.872.000 euro del 2023 a un positivo nel 2024 pari a 26.337.000 euro. Un incremento, quindi, relativo a queste voci pari a 38.209.000 che incide in grandissima parte sull'aumento del risultato netto e sul suo passaggio da negativo a positivo. Tra i ricavi si segnala, in negativo, anche una diminuzione dei diritti audiovisivi e una diminuzione dei ricavi da vendite e prestazioni, dovute ad un leggero incremento della vendita dei biglietti ma ad una più consistente diminuzione degli abbonamenti. Dall'altra parte, invece, sono aumentati i costi del personale. L'incremento di questa voce è imputabile principalmente all'aumento dei calciatori della prima squadra (da 26 a 28) e all'aumento più ingente dei calciatori del settore giovanile, passati da 27 a 39.