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Le Voci

Cairo: “Contestazione? Non ci faccio più caso. Nulla in contrario a vendere”

Redazione Toro News
Le parole del presidente granata dal Festival della Comunicazione di Camogli

Una presentazione, quella del Festival dello Sport, la cui ottava edizione si svolgerà a Trento, che ha permesso a Urbano Cairo di approfondire alcune di quelle che sono le sue posizioni non solo come editore de La Gazzetta dello Sport, che organizza l'evento, ma anche come presidente del Torino FC. Dopo aver esposto a Milano le proprie argomentazioni riguardo a diverse tematiche, fra cui la situazione della Nazionale ma anche il calciomercato del Torino e il ruolo di Baroni, il patron granata si è spostato verso la Liguria per presenziare anche al Festival della Comunicazione, dove ha commentato la richiesta di un tifoso granata presente a Camogli che a gran voce dal pubblico chiedeva 'Vendilo!', riferito al Torino. Cogliendo lo spunto, alla domanda rivoltagli da Aldo Grasso, Cairo ha risposto così: "L'ho sempre detto e lo ribadisco, non ho nulla in contrario a vendere il Torino. Vent'anni possono bastare; da quando lo presi nel 2005 siamo sempre restati in Serie A e nella parte di sinistra della classifica. Sono disposto a vendere ma alla persona giusta che abbia i soldi e la voglia di fare bene". 

Cairo: "Prima di me..."

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Poi il presidente ha parlato di oggi, ma con uno sguardo sempre al passato: "Ora rimane un impegno importante, quest'anno abbiamo investito più di 30 milioni, abbiamo un costo stipendi che è veramente elevatissimo, da squadra sicuramente da parte sinistra della classifica. Anche con le contestazioni vado avanti perché è la mia responsabilità. Poi se arriverà qualcuno bravo e ricco faremo l'accordo. Ho fatto 20 anni qualche giorno fa, nei 20 anni prima di me il Toro ha avuto 7 presidenti. Alcuni di questi erano anche molto ricchi, come Sergio Rossi. Era molto ricco e aveva fatto benissimo e nel 1984 era arrivato secondo, ma dopo 5 anni è andato via regalando il Toro perché non ne poteva più di essere contestato. Poi Gerbi-De Finis, poi Borsano, poi Goveani, Calleri, Vidulich, Cimminelli e poi è fallito il Toro. Nei 10 anni prima di me il Toro aveva fatto 6 anni di B e 4 di A. Ora siamo in Serie A da 14 anni, prevalentemente nella parte sinistra". Il patron granata ha poi proseguito nell'elencare le proprie tesi, spiegando come "Tutto è migliorabile, 20 anni possono bastare - come diceva Battisti - però è chiaro che devo trovare qualcuno che sia affidabile e che abbia a cuore il Toro e ci voglia investire anche più di me. Perché io ci ho investito. Uno investe anche per quelle che sono le sue possibilità. Vedo dei presidenti che hanno investito delle cifre pazzesche, ma anche centinaia e centinaia di milioni, per non andare neanche in Champions League. Ecco, io ho investito meno soldi, ho cercato di fare le cose al meglio, ho messo tantissimo impegno e determinazione. Ho fatto l'acquisto quando il Toro era fallito e c'era un certo Giovannone, importatore di badanti rumene. Lui era il proprietario del Toro, non so se volete che ora lo rivenda a Giovannone... Io l'ho trovato in queste condizioni il Toro, in quel momento c'erano 9 giocatori, il più bravo era Oscar Brevi, nostro capitano, ma era del 1967, aveva 38 anni. Ho avuto solo 7 giorni per fare la squadra, ma con l'appoggio del pubblico siamo riusciti ad andare in Serie A. Io il 2 settembre presi il Toro e l'11 giugno del 2006 eravamo in Serie A. Con una vittoria pazzesca, Toro-Mantova, 60mila persone. Da lì abbiamo fatto cose buone, meno buone... Ma mi ricordo che nel 2004, prima che prendessi il Toro, al 4° posto c'era la Sampdoria: ora dov'è la Sampdoria? Al 5° posto c'era il Palermo, al 6° l'Udinese. Il Palermo dov'è? L'Udinese è in Serie A però insomma non hanno più fatto risultati così importanti. Perché tutto cambia, anche molto velocemente". 

Cairo: "Io rispetto i tifosi, ma..."

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Con l'occasione, Cairo ha anche commentato la contestazione, ormai sempre più accesa: "Ormai è come un acufene, non ci faccio più caso. Io rispetto i tifosi, rispetto le contestazioni. Secondo me quello che non funziona di una contestazione durante una partita è che non sostieni la squadra. Se continui a fare ‘Cairo Vattene’, ‘Cairo di qua’, ‘Cairo di là’, evidentemente non sostieni la squadra".