“posso sedermi accanto a te?” mi chiese.
“certo.”
“Sei anche tu qua per loro?”
“loro?”
“si. Sei qua per la partita degli angeli?”
“non...non so....io sono venuto qua per sentirmi a casa”
mi sorrise.
“lo sai che Mazzola aveva sempre un sorriso per tutti?”
chiusi gli occhi e mi immaginai il capitano con i suoi capelli ricci molto chiari ed un sorriso sincero e rassicurante.
D'un tratto fui scosso da un boato assordante che mi circondò. Aprii gli occhi e rimasi sbigottito nel vedere che il Filadelfia era di nuovo in piedi nella sua bellezza ed eleganza, ed era pieno di una enorme folla urlante. Di fronte a me la bellissima tribuna in legno e dietro ad una delle porte il tabellone con scritto: “Torino-Lazio”.
Non potevo credere ai miei occhi: lo stadio era tornato a vivere, ed era pieno in ogni suo posto.
Quasi tutti gli uomini portavano il cappello, ed erano vestiti con uno stile inconfondibile; mi sembrava di essere finito in un filmato d'epoca.
Mi girai. Accanto a me c'era ancora il mio insolito vicino che mi diede una pacca sulla spalla:
“tranquillo, tra un po' escono.”
ed infatti di li a poco, tra il tripudio generale, ecco scendere in campo i giocatori: le squadre stavano uscendo dagli spogliatoi.
Fine prima parte, a domani per la seconda.
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