00:30 min

mondo granata

Decameron granata – La prima volta a Superga: “Ero bambino, con una decina d’anni sulle spalle…”

Marco De Rito

L’iniziativa / La trentunesima puntata della nostra raccolta di novelle tra i lettori

"Cosa narra il Decameron? Narra di un gruppo di giovani che per dieci giorni si trattengono fuori da Firenze per sfuggire alla peste nera che in quel periodo imperversava nella città, e che a turno si raccontano delle novelle di varie tematiche. Sull’idea di Giovanni Boccaccio vorremmo strutturare qualcosa di simile insieme a voi. Il Decreto #iorestoacasa ci costringerà giustamente a rimanere nelle nostre abitazioni fino al 3 aprile. E allora perché non sforzarci con la memoria e provare a ricostruire alcuni nostri frammenti di vita rigorosamente granata. Momenti che giacciono nella nostra testa, ma potrebbero tenere compagnia e regalare emozioni ad altri “colleghi di fede”. Come Toro News, vorremmo creare un casolare virtuale granata, sull’esempio di Boccaccio, così come le storie che vorremmo che voi condivideste con noi e con tutti gli altri “fratelli” del Torino. Un modo per tenerci impegnati e per liberarci per qualche momento dei cattivi pensieri. Continuiamo dunque con la trentunesima giornata di novelle.

"MANDA LA TUA NOVELLA GRANATA A redazione@toronews. net

"La mia prima volta a Superga fu da bimbo, io nato nel 1961, con una decina d'anni sulle spalle e con una Fede Granata nata per caso ma con irruenza, grazie al colbacco di Giagnoni e alla sua Squadra "predisposta" allo Scudetto ma che un grave torto, (tanto per cambiare), in quel di Genova contribuì gravemente a sfilarglielo, guarda caso sempre a favore degli stessi innominati...

"Si, in quel preciso momento divenni granata, grazie ad una grande ingiustizia, una fede che non mi era stata trasmessa dal mio Papà, che durante la guerra aveva tragicamente perso una gamba, rischiando la vita a 20 anni e forse si era "allontanato" da uno Sport che lui non poteva più chiaramente interpretare. Grande rispetto per il Grande Torino, lui convinto Piemontese, questo si, ma poco altro...

"E allora questa fede la vivevo da "autodidatta", vedendo crescere una Squadra che, di lì a breve, mi diede la mia prima grande soddisfazione di Tifoso, la vittoria del tricolore nel 1976. Ricordo Luca, il mio amico milanista il quale, subito dopo la partita col Cesena che decretò quello storico Scudetto, mi venne a prendere a casa con il suo Malanca 50, così sedendomi dietro di lui potei così sventolare il mio bandierone granata per Rivarolo, per tutto il resto del pomeriggio, in attesa che arrivasse dallo Stadio il pullman dei Fedelissimi per completare quindi la grande festa. Che gioia e quante emozioni e la speranza di giovane illuso che, quella Vittoria, non potesse che essere la prima di una lunga serie, invece...

"L'anno successivo un Toro ancora più forte riusciva a perdere in maniera incredibile il secondo scudetto consecutivo: non erano bastati il record di punti, le vittorie in casa, il gioco spumeggiante e tanta determinazione perchè un'altra squadra fece un punto più di noi. Lì piansi e con me, credo, tutto il Popolo granata! Il risveglio dall'anno precedente era stato brusco, terribile e se penso che proprio quel giorno mio Padre veniva ricoverato per un infarto rischiando la vita per la seconda volta, si può capire tutta la mia tragedia personale! Tante volte sono salito di nuovo a Superga, una a piedi partendo dal Vecchio Fila, ma ricordo quella volta, a metà anni '90, dove un'amica della mia famiglia Belga volle salire sino al, (per Noi Granata), Sacro Monte.

"Adopereranno la caratteristica cremagliera ma, all'arrivo, avendo lei subìto la polio da giovane, dovetti prenderla in braccio e portarla fino alla Lapide e da lì di nuovo indietro fino al trenino, ma ricordo ancora adesso, oltre la mia fatica, la sua grande emozione, percepita in quel luogo, che non smise di raccontarmi, con gli occhi luci, negli anni successivi...

"Rodolfo Meaglia

Io di solito vado a Superga a fare un giro in solitaria prima o dopo il 4 maggio, sono non vado normalmente alle funzioni religiose. Poi quando il colle è deserto è molto più bello.

Mauro Cavallari

"Continuate a mandarci le vostre novelle sulla mail redazionale (redazione@toronews.net). Non dimenticate di firmare l’email e soprattutto continuate a farci sognare e svagare in questo momento complicato per l’intero paese