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Decameron granata – La prima volta a Superga: “Dalla Calabria fino alla lapide degli Invincibili”

L’iniziativa / La ventisettesima puntata della nostra raccolta di novelle tra i lettori

Redazione Toro News

Cosa narra il Decameron? Narra di un gruppo di giovani che per dieci giorni si trattengono fuori da Firenze per sfuggire alla peste nera che in quel periodo imperversava nella città, e che a turno si raccontano delle novelle di varie tematiche. Sull’idea di Giovanni Boccaccio vorremmo strutturare qualcosa di simile insieme a voi. Il Decreto #iorestoacasa ci costringerà giustamente a rimanere nelle nostre abitazioni fino al 3 aprile. E allora perché non sforzarci con la memoria e provare a ricostruire alcuni nostri frammenti di vita rigorosamente granata. Momenti che giacciono nella nostra testa, ma potrebbero tenere compagnia e regalare emozioni ad altri “colleghi di fede”. Come Toro News, vorremmo creare un casolare virtuale granata, sull’esempio di Boccaccio, così come le storie che vorremmo che voi condivideste con noi e con tutti gli altri “fratelli” del Torino. Un modo per tenerci impegnati e per liberarci per qualche momento dei cattivi pensieri. Continuiamo dunque con la venticinquesima giornata di novelle.

MANDA LA TUA NOVELLA GRANATA A redazione@toronews. net

Sono nata a Trento nel '78 e sinceramente non sono mai stata una gran appassionata di calcio, fino a quando (dopo essermi trasferita a Torino nel 2004) non sono arrivata per caso a Superga. In quel momento, arrivando davanti alla tomba del Grande Torino, non ho sentito un brivido che mi ha fatto scendere una lunga lacrima. Dopo aver passato un pomeriggio intero a leggere e rileggere la lapide ed osservare chi arrivava fino a lì per un semplice saluto o per la preghiera rituale prima della partita domenicale, sono partita verso la prima libreria per comprare tutto quello che trovavo su questa memorabile squadra... Da lì il Toro è diventata una malattia che non va più via. Forza Toro e Juve merda per tutta la vita.

Grazie di cuore

Nadia Cargnel

Vorrei raccontarvi non la mia ma la sua prima volta a Superga. L'anno scorso per i suoi 80 anni io e Marco, granata grazie a lui, decidiamo di regalargli una gita fuori porta a Torino. Di lì a pochi giorni sarà il 4 maggio e l'anniversario é di quelli importanti..quello dei 70 anni. Lui tifoso granata che aveva 10 anni nel 1949 non ci è mai stato. Dovrebbe badare alla mamma che non può star da sola ma della mamma per quel giorno si occuperà qualcun'altro così lui e Marco partono dopo colazione da Morbegno. Mi raggiungono a Milano e poi tutti e tre ripartiamo alla volta di Torino. Per l'ora di pranzo siamo al Porto di Savona in piazza Vittorio Veneto e dopo un bel piatto di tajarin e una bottiglia di Barbera andiamo in Duomo per aspettare la squadra e assistere alla messa. Usciamo ben prima dell' "Andate in pace" ma dobbiamo arrivare a Superga. Parcheggiamo alla funicolare. C'è tantissima gente granata in coda alla biglietteria. Passa il pullman della squadra e si ferma a salutarci...noi aspettiamo il pullman di linea, invece. Riusciamo a salire che quasi non si chiudono le porte da quanti siamo. Poi scendiamo dal pullman e percorriamo l'ultima parte di strada sterrata a piedi nel bosco ...a Superga arriviamo che la squadra già se n'è andata ma tanto siamo lí per salutare gli Invincibili. Quindi facciamo il giro intorno alla Basilica (chiusa per dei lavori di ristrutturazione) facendoci spazio fra la folla. Stiamo tendenzialmente tutti in silenzio. Facciamo qualche foto e via, di nuovo in coda per scendere con la funicolare. Lui chiacchiera con gli altri. É sempre stato uno bravo ad attaccar bottone e tra tifosi granata é ancora più facile...non si lamenta del fresco improvviso quando il sole se ne va e nemmeno del mal di schiena per esser in piedi da così tanto tempo. Io che sono del 76, l'anno dell'ultimo scudetto come diceva lui, sono invece molto provata! Riusciamo a prendere l'ultima corsa e il tempo sta peggiorando... I torinesi ci dicono che é sempre così il 4 maggio. Gli scatto una foto.

Io e i miei fratelli abbiamo scelto proprio quella foto sulla funicolare per il manifesto funebre. Lui oggi non c'è più. La sua prima volta a Superga é stata anche l'ultima. La mattina del 19 marzo é stato portato con la mamma in ospedale con i sintomi del Covid, proprio mentre ci avvisavano che lo zio Pier era mancato dopo aver lottato in terapia intensiva per 10 giorni. L' ho chiamato al cellulare al pomeriggio per fargli gli auguri per la festa del papà. Mi ha ringraziato ma mi ha dovuto salutare per andare a tranquillizzare la mamma, nel letto a fianco al suo che era un po' agitata. Mi ha richiamato per dirmi che la mamma dormiva e per tranquillizzare anche me che lui stava bene e che non gli avevano nemmeno dato l'ossigeno, che sarebbe tornato presto a casa per mangiare i pizzoccheri che si era fatto comprare il giorno prima. I miei fratelli l'hanno sentito alla sera ed era tranquillo.

E invece di notte é arrivata quella maledetta telefonata...anche lui non ce l'aveva fatta. Se n'è andato il giorno della festa del papà. Lui, il mio papà. Un grande tifoso granata che si ascoltava il Toro alla radiolina ovunque fosse. Un uomo buono di una volta che nella sua vita ha fatto tanto per la sua famiglia e per gli altri e che se n'è andato vinto dal fato. La mamma é ancora in ospedale e non sa ancora del suo Gianni e noi figli non abbiamo potuto né salutarlo né onorarlo con un funerale degno dell'Uomo che è stato. Siamo tristissimi. Il 15 aprile sarebbe stato il suo 81 esimo compleanno.

GRAZIE

Io Giulia

Lui Gianmaria detto Gianni

La mia prima volta a Superga è stata emozionante. Vengo dalla Calabria e dopo un lungo e stancante viaggio finalmente ho potuto ammirare la tomba degli Invincibili.... Sono rimasto lì ad osservare la storia del Torino per circa un'ora, e dopo quella visita devo dire che la mia fede per questa squadra è aumentata a dismisura.

Giando Cassia

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