Il secondo pensiero mi è esploso dentro urlando che esistono tanti modi per guardare avanti.Per esempio guardare indietro. Non poco: di più.Un po' come scegliere un tempo verbale, un po' come scegliere fra imperfetto e passato remoto.Imperfetto come passato ancora (troppo) agganciato nel presente, passato remoto come qualcosa di categorico.Mi si potrebbe obiettare che il passato remoto esprime qualcosa di compiuto, concluso, definitivamente terminato.Io dico di no. Io. Chi sono io? Nessuno.Ma parlo, parlo lo stesso. Lo faccio in virtù del mio “ruolo” di sognatrice ed i sognatori, si sa, sono quelli che smistano la palla a centrocampo e spargono semi che spesso danno frutti.
Bene.Pagato il dovuto contributo alla mia autoreferenzialità ed alla mia presunzione... procediamo.
Guardando indietro che cosa vedo? Vedo un ragazzo del Fila.Sì, sì... so anche qual è la prossima obiezione: anche quello che c'era prima era un ragazzo del Fila.Non è bastato. Non tutti sono ragazzi del Fila solo per il fatto di essere cresciuti lì, non è obbligatorio e/o automatico.Quindi: ciao e grazie (?) a quello che c'era prima.Bentornato, Camola, bentornato.L'ho già scritto? Ah sì? E allora lo scrivo di nuovo: bentornato, Camola, bentornato!Possiamo ripartire.
Per come sono fatta io, per come la penso io, è fondamentale avere la certezza di poter ripartire.E' molto più importante del risultato finale.Anche perché scendere non è morire.Scendere fa parte del procedere, né più né meno.Anche salire. Salire è una delle possibilità che ci si parano davanti.Stare lì, senza identità, senza sapore, senza espressione... questo è NON procedere, è immobilismo, è impantanamento, è NON evolvere, è NON.NON. Punto e basta.
Ho l'animo più sereno. Ho l'animo più di Toro e d'azzurro. Comunque vada.
Intanto è anche arrivata l'ora legale. Che stordimento.Non so bene a che ora mi sono svegliata, però so che cosa ho fatto quasi subito dopo.Caffé, auto, Filadelfia.Che pace, che silenzio, che beata solitudine.Ho tolto un po' di sterpaglia, un piccolo metro quadro di sterpaglia in meno, sono rimasta immobile a respirare l'aria della pioggia, ho fatto un po' di foto. C'è sempre qualcosa di nuovo da fotografare al Fila.Ci sono anche cose vecchie da fotografare. Magari sono rimaste celate per un po'. Ultimamente mani volonterose stanno provvedendo a restituirle alla luce. Siano benedette quelle mani.Già.Più benedette delle tante parole che si fanno intorno al Fila. Sono tante, eh? Le parole intorno al Fila, intendo dire... tante tante tante.Bisogna mantenere la mente salda e non dare troppa retta a chi si proclama salvatore (o salvatrice) della patria.
L'amore non è fatto di gesti eclatanti. Si può perfino essere più efficaci e produrre risultati agendo in silenzio e, perché no?, nell'ombra. Senza mirare al riconoscimento da parte del popolo bue, senza alcun obiettivo se non quello di rimettere a posto le cose.Così: di Toro e d'azzurro.
Semplicità. La semplicità è una delle chiavi per il successo.Semplicità ed attenzione.Non ci vuole molto.Anche se la pazienza è finita o sta per finire.Ah, sì: sarebbe opportuno anche remare tutti nella stessa direzione. Se si vuole remare. Se non si vuole giocare agli autoscontri (esistono ancora?). Se non si vuole fare il tutti contro tutti. Se la direzione è realmente la stessa.Sto divagando... come direbbe la mia piccola Giulia: “Vorrei proprio sapere di che cosa sto parlando.”Vabbe', ha quattro anni e poco più: ha il diritto di non sapere di che cosa sta parlando ed anche il diritto di esprimere stupore in merito.Intorno sento tante persone che hanno più di quattro anni, tanti di più, e che parlano parlano parlano... anzi: blaterano. Banderuoleggiano. Tutti avanti, tutti indietro, tutti a destra, tutti a sinistra.E nel loro banderuoleggiare perdono di vista: 1) la loro vita, 2) la comune direzione che – incidentalmente – si chiama Toro.Ma sì... vorrei proprio sapere di che cosa sto parlando, via.
Questa domenica senza campionato è stata dolce e docile: che la prossima non pieghi in giù gli angoli delle nostre bocche. Quanto agli angoli dell’anima… oh be’, quelli son sempre saldi.
Poi ti devo raccontare del ragazzino gobbo che gioca nei pulcini del Toro e forse sta per diventare ex gobbo ma non adesso, non adesso...
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