Don Marco ha sempre avuto il calcio nel sangue e fino a pochi anni fa è stato il capitano della squadra dei preti “Ero amico di Ussello ed Ellena, due grandi scopritori di giocatori. Un giorno proprio Ellena mi disse che avevo talento e che avrei dovuto fare il calciatore”. A Varese è passato un giovane che oggi è considerato un traditore, è il Don a fare il suo nome “Ma perché Balzaretti è andato alla Juve? Lo conoscevo, 'era' un bravo ragazzo, ma che ha combinato, non mi aspettavo questo epilogo da parte sua. Conoscevo anche Pessotto, mi salutava sempre quando ci vedevamo, ma poi è passato alla Juve e non ci siamo più sentiti”. Il suo cuore fa le bizze, ma è grande e generoso così racconta “Ho comprato una casa mia a Kampala in Uganda e l’ho regalata ai missionari. L’anno scorso quando l’ho detto alla cena di Oasi mi hanno chiesto di portare su un po’ di giocatori africani. Chissà un giorno...”.
Don Marco è stato presidente del Toro Club Varese, nato nel ’71, ma che al momento è latente per mancanza di persone ed organizzazione. Attualmente è vice presidente del Toro Club Angera. A due passi dalla sua chiesa c’è il Santuario del Cicloturista o dello Sportivo “Una parte è allestita per gli appassionati di ciclismo, l’altra l’ho dedicata al Toro, c’è una targa che ricorda Giorgio Ferrini, un quadro immenso del Grande Torino. Nella parte del ciclismo c’è parecchio spazio destinato a Fausto Coppi, lo ricordi alla gente che lui era un tifoso del Torino ed era anche molto amico di Valentino Mazzola, stessa leva, entrambi del ‘19”.
Suonano alla porta, entra un amico, guarda caso uno dei pochi granata della zona, un segno dal cielo “Meno male che ha tre figli speriamo che diventino granata. Bisogna aiutare i giovani a non diventare della Juve!”. Giusto un prete deve sempre fare sermoni che entrino nel cuore delle persone. “Che fatica faccio a dire messa quando gioca il Toro, i miei parrocchiani sanno se abbiamo vinto o meno da come mi comporto”, ci racconta ancora. C’è un aneddoto che vale sempre la pena ricordare “Successe nell’89 quando siamo retrocessi in B dopo aver perso contro il Lecce. Uno dei miei parrocchiani entrò in chiesa e mi fece segno che era finita, in quel momento dovevo cantare l’Alleluja, ma non ne avevo assolutamente voglia, il mio stato d’animo era più adatto per un Requiem!”. Il Don parla anche di mercato “Mi permetto di dare un consiglio a Cairo… prenda Dino Fava. L’ho conosciuto quand’era qui a Varese, un bravo ragazzo davvero ed è forte”.
Queste sono le belle storie che si raccontano con una punta di ironia ed una di commozione, questo è il calcio che vorremmo, senza litigi per i diritti tv, per un rigore non dato, dove non si sparano lacrimogeni. A volte l'amore per una squadra può prolungare la vita. Il miracolo della passione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

/www.toronews.net/assets/uploads/202508/2152c6c126af25c35c27d73b09ee4301.jpg)