La cena è decisamente riuscita, ghiotte portate e allegria, ma in tutti i commensali traspare la voglia di una portata prelibata e importante: la Serie A. “Siamo nati 1972 – ricorda Walter Fornello, il Presidente del Club - sono trentacinque anni dedicati alla fede granata. Oltre alla attività tipiche, siamo anche una associazione culturale e, durante la festa patronale, realizziamo con il Comune eventi, mostre di carattere sportivo con una sfumatura granata. In più in tutte le nostre iniziative sono all’insegna della solidarietà, tutti i ricavi li doniamo ad enti o strutture per aiutare i malati e i poveri. La lotteria di questa sera serve per finanziare l’acquisto di una ambulanza, è bello pensare che anche questo è Toro”.
“Oggi è un grande giorno – aggiunge Mario Longo, Vice Presidente – poteva finire tutto e invece siamo ancora qui, a festeggiare. Un miracolo!” “È stata una festa splendida – sostiene Mario Bosio – c’è armonia e felicità. Il Toro deve tornare nella massima serie, il Toro è passione: senza la passione non ha senso nulla”. L’ultimo saluto è di Fontana, superstite del Toro che fu e anima del Toro attuale: “È un piacere essere qui con i tifosi, i Toro Club sono la linfa vitale del nostro splendido tifo, la loro aggregazione, il loro affetto è il segreto del popolo granata, perché il Toro non è una fede, ma un modo di vivere”.
In attesa delle vittorie sul campo il Toro qui ha già vinto, grazie alla gioia e la fede dei tifosi di San Maurizio Canavese.
Ermanno Eandi
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