La classe intera è infatti rimasta molto incuriosita dalla vicenda e, dopo aver ascoltato attentamente le condizioni alle quali attenersi per la progettazione, ha proposto molti quesiti tecnici relativi all'orientamento del terreno di gioco, al riscaldamento artificiale del prato, al tipo di partite che si vorrebbero giocare sul campo e persino all'abbassamento del suo livello per aumentare la capienza e ragionare sul settore ospiti: "L'impianto deve essere ricostruito come era l'originale - ha spiegato il prof. Ballestrim ai giovani architetti - e questo sarà uno stimolo per voi, perchè dovrete trovare le soluzioni giuste per fare un buon progetto nei limiti previsti, ma usando al massimo la vostra creatività e inventiva''.
Il discorso si è poi spostato più in generale sul mito e la leggenda che circondano il Filadelfia: ''Ci pare di aver capito - ha concluso lo stesso illustre insegnante, traducendo i pensieri dei propri studenti - che questo stadio deve rinascere più per il significato racchiude in sè, per la storia che ha scritto e che conserva, piuttosto che per ospitare le partite di calcio: questo sarà un ingrediente molto importante da aggiungere ai progetti che verranno fuori da questa nostra esercitazione".
Ancora una volta, quindi, capitan Valentino e compagni, a distanza di anni, sono riusciti a commuovere, stupire e farsi ammirare ben al di fuori delle quattro gradinate che delimitano l'anima ed il cuore dei colori granata; ma oltre alla loro influenza "celeste" c'è voluto l'impegno "terreno" dei tifosi (superfluo aggiungere "e non delle istituzioni") perchè l'interesse per questo piccolo quadrilatero varcasse i confini cittadini e nazionali, arrivando lontano.
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