Il progetto, in ogni caso, prevedeva un capitale iniziale di 250.000 euro versato dai 23 soci fondatori - 50.000 dei quali direttamente dalle tasche del solito presidente - con il coinvolgimento durante l'anno solare 2011-12 di 50 soci ordinari impegnati su tutto il territorio nazionale e non solo con mansioni calcistiche: "allenatori, preparatori atletici, visionatori di talenti - notare il linguaggio teso ad esaltare la componente tecnica del progetto - e altro".
Il compenso previsto per queste figure, indipendentemente se direttore sportivo o magazziniere, era già stato a attestato a partire da "800.00€ in su in base alle mansioni stabilite e inquadrate con il contratto soci cooperativa": non male per un progetto che, se limitato ai 23 soci fondatori, prevedeva un capitale sociale che non era in grado nemmeno di pagare un semestre di stipendio ad un componente solo dello staff.
Una vergogna a cui, speriamo, di non doverci abituare in questo periodo, tanto delicato per squadra e società ma soprattutto per la Storia e lo stadio che stanno, lentamente e dopo molti anni di agonia, rivedendo la luce.
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