Sul palchetto allestito per l’occasione è salito anche un altro cuore granata di provatissima fede, il giornalista Giampaolo Ormezzano, il quale ha ricordato un aneddoto molto particolare che lo lega al “calciatore beat”: ‘Ho avuto il privilegio di conoscere Gigi. Una sera ero in macchina fermo al semaforo, giro lo sguardo e lo vedo nella vettura decappottabile di fianco alla mia. Dopo uno scambio di sorrisi abbiamo ingaggiato una gara semaforo per semaforo. Vinse lui e mi portò fino a casa sua, nella soffitta di Piazza Vittorio. Meroni non era un eversivo ma semplicemente un uomo libero, di grande educazione che amava follemente questa città. A chi gli chiedeva perché girasse con una gallina al guinzaglio rispondeva “La gallina fa le uova, i cani no”. Purtroppo ho avuto la disgrazia di scrivere l’articolo quando è avvenuta la tragedia e l’ho fatto con un dolore immenso nel cuore’.
Per quanto riguarda la tifoseria granata ha preso la parola Mauro Patrignani, Presidente del Centro Coordinamento dei Toro Club: ‘Meroni è il simbolo della nobiltà e grandezza del Toro. E’ un punto di riferimento imprescindibile per noi, che non dobbiamo mai dimenticare le nostre lotte per sopravvivere e le marce d’orgoglio. Ebbene tutte le marce passano di qui, perché nei momenti di pericolo un popolo si rivolge alla sua storia, ricevendo la forza per andare avanti. E se il Toro è salvo e proteso verso obiettivi esaltanti è anche merito suo: grazie Gigi Meroni’.Dopo questi interventi è stato scoperto il monumento celato sino a quel punto da una bandiera italiana. Dopo pochi minuti il cippo è stato circondato da mazzi di fiori e sciarpe del Toro: a 40 anni di distanza il ricordo della Farfalla granata è più vivo che mai.
© RIPRODUZIONE RISERVATA


/www.toronews.net/assets/uploads/202508/2152c6c126af25c35c27d73b09ee4301.jpg)