Non so come fece Ricky Maspero ad essere lì. Nessuno lo aveva visto perché tutti guardavano al centro dell’area di rigore. Forse ce lo aveva mandato il suo istinto o forse lo avevamo attirato noi lì col pensiero e con la fame di impresa che avevamo in quel momento. Fatto sta che Ricky si avventò in scivolata su quel pallone che attraversava l’area piccola della Juve, impattò col piede in modo perfetto e la spinse dentro nonostante Buffon fosse comunque riuscito ad avventarsi sul pallone che però era già entrato in porta. 3-3. Incredibile, inimmaginabile solamente tre quarti d’ora prima.
Un miracolo si era materializzato sul Delle Alpi. Loro erano increduli, noi anche. Ma noi dalla gioia. Abbracciai chiunque mi capitasse a tiro in mezzo a quella bolgia, urlando a squarciagola dalla felicità. Mi avvinghiai a mio cugino Simone e sembrava quasi che facessimo a botte dalla scarica di strattoni di esultanza che ci scambiammo. Una gioia indescrivibile che a parole non riuscirei mai a descrivere in modo corretto per far capire cosa intendo a coloro i quali leggono.Una volta ripreso il gioco ancora non ci capacitavamo di ciò che era successo. Sapevamo che mancava poco alla fine, all’impresa. Poco, ma non era finita. C’era ancora da scrivere l’ultimo e forse più emozionante capitolo di questo meraviglioso e perfetto thrilling. Stavamo soffrendo di brutto infatti. Loro premevano non poco per cercare ancora di vincere la partita e cancellare l’onta di una così colossale, epica rimonta da parte nostra.Cross in mezzo dalla destra, la palla pare perdersi dall’altra parte, ma l’arbitro fischia. E’rigore per la Juve. Manca un minuto. Ci cadde il Mondo addosso. No, così no! Su una loro ennesima ruberia no. La loro curva esplose facendo da contraltare alla nostra cieca rabbia. Dalla curva il rigore ci parve inventato. Un pretesto per dare loro l’opportunità di vincere e cancellare la nostra impresa. Visto dalla tele devo ammettere che il contatto tra Tudor e Delli Carri ci fu, non da rigore, ma il nostro difensore diciamo che non fece nulla per non indurre l’arbitro a fischiare. Diciamo che fu proprio pollo nel dare il pretesto a Tudor di lasciarsi andare accentuando il contatto. Per me era scontato al 100% che si sarebbe perso ora. Ricorderò perennemente che mio cugino mi disse in Piemontese: “A l’è nen dit ca lu sbagliu nen…”. “See… bel film hai visto Simo…” gli risposi io. Andò Salas a batterlo e…
Di nuovo l’incredibile prese forma al Delle Alpi. Palla sopra la traversa, alta, alle stelle, in curva!!!!Urlai di tutto contro la “Squadra avversaria” tutta la rabbia che avevo dentro per ciò che mi parve un furto legalizzato e che la sorte, finalmente dalla nostra parte, aveva sventato. Mi buttai quasi sul muro di folla esultante che avevo di fronte, dimenticando tutto e tutti abbracciando nuovamente chiunque mi capitasse a tiro, vivendo una delle gioie più grandi di tutta la mia vita. Sentivo profumo di giustizia in quegli attimi e pensai nell’esultanza pazza che per una volta tanto il Mondo era anche dei giusti.
Non capii più nulla. Alla ripresa del gioco e quando si calmarono leggermente le acque notai che stavo vedendo il campo da una prospettiva strana, mi sembrava più schiacciato, più vicino di prima. E’l’ubriacatura per quello che è successo pensai. Tant’è che mi girai verso mio cugino e mia nonna per raccontarglielo. Erano spariti. Non c’erano né a destra, né a sinistra. Allora cominciai a guardarmi intorno, temendo soprattutto per mia nonna vista l’età e l’impeto dell’esultanza generale. Mi voltai e vidi un puntino biondo su in alto. Era mio cugino con di fianco mia nonna. Ecco perché vedevo il campo in quel modo strano. Non avevo perso il senso della misura.Nell’esultanza avevo disceso ben sei seggiolini della curva senza accorgermene. Li contai risalendo verso di loro. Come detto erano sei. Devo ancora capire oggi a distanza di sei anni come feci a fare una cosa simile senza averne la minima percezione. Potere dell’esultanza, della felicità, di quel profumo di giustizia che sprigionava quella domenica l’aria del Delle Alpi. Potere dell’essere granata.Dopo questo siparietto notai che l’arbitro fischio la fine. L’impresa era compiuta. Piansi fino al ritorno in macchina dalla gioia, abbracciando di continuo i miei eroici compagni di giornata. Simone e la mia nonna. Riabbracciammo le nostre madri una volta tornati alla macchina. Ed ascoltammo il loro racconto di ciò che avevano visto dal di fuori. Lacrime di disperazione a fine primo tempo sulle facce di quelli che uscivano. Lacrime di gioia sulle nostre e su tutte le altre facce che sono uscite dallo stesso posto soltanto cinquanta minuti più tardi. Questa è la magia che fece il nostro Toro quel giorno.
Soltanto quando giungemmo a casa scoprimmo la causa dell’errore dal dischetto di Salas. La piccola buca scavata proprio da Maspero sul dischetto del rigore coi tacchetti. L’effetto fu presto comprensibile. La palla calciata forte urtò su quell’asperità che la fece schizzare verso l’alto. E fuori dalla porta. Era la ciliegina sulla torta. Rimontare tre goal alla juve, da 3-0 a 3-3, subire un rigore inesistente al ’90, e causare con una malizia del genere un loro errore dal dischetto era inimmaginabile. Nemmeno il miglior scrittore di gialli avrebbe potuto disegnare una trama del genere. E’ meraviglioso per noi granata pensare di aver beffato la Juve miliardaria degli Agnelli, di Lippi, Buffon, Nedved, Trezeguet, Del Piero, Moggi ed i suoi amici arbitri in questo modo. Nell’era della super tecnologia, dei telefonini che già allora per loro risolvevano tutto, di Internet e della new Economy, era bastato un piccolo, modesto e povero solco sul dischetto del rigore per mandare tutto a monte. Una malizia, un’astuzia d’altri tempi insomma.Dopo questo racconto fiume di quella che posso senz’altro definire la giornata più bella ed emozionante della mia vita, a distanza di quasi sei anni dico dei “Grazie” e faccio delle dediche.Grazie a Luigi, il collega di mio padre, che ci procurò i preziosi biglietti.Grazie a Simone, a mia nonna, a mia mamma e Lucia (la mamma di Simone) per avermi accompagnato ad assistere alla giornata più bella della mia vita.Grazie a quella sconosciuta ragazza che ci ha convinto a restare a fine primo tempo per la sua bellezza ed avvenenza.Grazie a Lucarelli, Ferrante, Maspero, Camolese ed a tutti i ragazzi che scesero in campo in quell’indimenticabile domenica.Grazie alla Juventus Football Club. Sì avete capito bene, grazie alla Juventus Football Club. Perchè è anche grazie alla sua decisione di aver fissato all’esorbitante prezzo di 50.000 Lire i biglietti di curva Maratona se sono rimasto a godermi quel mitico secondo tempo!Infine le dediche.Dedicato a Simone perché quella giornata è uno dei maggiori collanti della nostra amicizia.Dedicato a mia nonna Alba perché ogni qual volta litighiamo, se per caso ricordiamo quella giornata, alla fine chissà come mai, facciamo sempre la pace.Dedicato a chi nella vita si trova metaforicamente sotto per 3-0. Affinchè arrivi anche per lui quello che in apparenza pare un misero golletto, che condito però da un gesto “alla Lucarelli” di una persona cara possa fargli scattare quella scintilla in grado riportarlo alla ribalta.Dedicato a chi periodicamente subisce angherie dai più prepotenti perché un’innocua, ma astuta genialata “alla Maspero” possa far sì che abbiano la meglio vendicandosi in un colpo solo da tutte le ingiustizie subite.
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