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Quando Sonego giocava nei Pulcini del Torino: “Non smetteva mai di correre”

La storia / Il numero 28 del mondo ATP giocò nel Torino fino alla categoria Esordienti

Gianluca Sartori

L’immagine di Lorenzo Sonego con la mascherina granata con il toro rampante durante la premiazione dell’ATP 250 di Cagliari è passata nelle scorse ore di smartphone in smartphone, destando orgoglio e ammirazione in moltissimi tifosi granata. Il neo numero 28 della classifica ATP, come tutti sanno, è torinesissimo e tifoso del Torino. Sonego ha detto di sognare una sponsorizzazione del Torino, il club granata lo segue e lo tifa, in futuro chissà: sicuramente il ragazzo ha dimostrato di essere competitivo ai massimi livelli e di essere contraddistinto da una carica agonistica davvero da cuore Toro.

L’ESPERIENZA DA CALCIATORE - Di sicuro il rapporto tra Sonego e il Toro affonda le radici nel passato, perché Lorenzo giocò in maglia granata da ragazzino, alternando il calcio e il tennis fino ai 13-14 anni quando scelse di focalizzarsi sulla racchetta. Il suo allenatore fu Alessandro Spugna, che poi è passato a lavorare nella Juventus e, da un anno circa, è oggi l’allenatore delle Empoli Ladies. A novembre, dopo la vittoria di Sonego sul numero uno del mondo Djokovic, ci raccontò qualcosa del Sonego calciatore: “Io l’ho allenato per tre anni, l’ultima stagione nei Pulcini e le prime due degli Esordienti, quindi tra gli 11 e i 13 anni – ha detto Spugna - . Faceva parte del gruppo dei 1995: di quella nidiata oggi Antonio Barreca gioca in Serie A nella Fiorentina, poi ci sono Claudio Morra e Mattia Aramu che giocano in B, rispettivamente nella Virtus Entella e nel Venezia. Impiegavo Lorenzo da attaccante esterno; non smetteva mai di correre e anche con i piedi non era affatto male”.

LA GRANDE VOGLIA - Poi Sonego scelse il tennis. Spugna ha raccontato: “Già allora si distingueva anche co me tennista nei tornei giovanili, dunque ha dovuto decidere quale strada seguire. Direi che ha scelto bene”. Sicuramente il carattere di Sonego aveva una precisa forma già a quei tempi: “Era solo un ragazzino ma aveva già la mentalità dell’atleta. Solare ma anche concentrato, aveva sempre voglia di allenarsi, aveva un approccio positivo e non gli mancava mai la voglia di giocare”. Un “toro” sul campo da tennis, pronto a strapparsi molte altre soddisfazioni.