Renato è l’uomo antico che ha saputo esaltare il presente per proiettarlo nel futuro, anche se un ringraziamento lo merita pure Ezio Rossi che ne è uscito in punta di piedi senza battere ciglio, in silenzio così com’è nel suo carattere. I punti per arrivare ai playoff li ha fatti lui, sbagliando però alcune partite fondamentali dove occorreva vincere e non pareggiare, per arrivare dritti in A senza passare per gli spareggi finali.
Tuttavia anche l’appendice finale ha avuto il suo lato positivo, ha riportato l’entusiasmo verso il Toro, non solo ha contato più tifosi allo stadio, ma i media finalmente si sono accorti che a Torino esiste un’altra squadra che ha saputo riconquistarsi il suo spazio lavorando mentre i big si godevano già le vacanze. In fondo il Toro è sempre stata una squadra operaia, con la dignità tipica di chi sa sudarsi il successo senza crogiolarsi sul proprio potere, che appunto non ha mai avuto.
Ora si attende il nome del nuovo allenatore che sta a cavallo tra la A e la Z secondo l’ordine alfabetico, qualcuno vorrebbe ancora Zaccarelli, ma è giusto che, compiuta l’impresa, non la macchi facendo un mestiere che non è il suo. Finora l’ex numero dieci con lo scudetto sul petto non ha sbagliato nulla, è giusto che continui così, il suo è sempre un nome su cui scommettere per sentire quel profumo di una gloria senza tempo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

/www.toronews.net/assets/uploads/202508/2152c6c126af25c35c27d73b09ee4301.jpg)