E nel frattempo le nostre narici sono state solleticate da una serie di odori ora delicati, ora intensi, ora distinguibili, ora fusi tra sé.
Sono passati pochi secondi da quando è cominciato tutto, forse un minuto, ma i nostri due sensi in questione, l'udito e l'olfatto hanno compiuto una bella ginnastica e, se il barista è stato bravo, saranno anche molto appagati. Così come lo sarà il gusto, se il cappuccino sarà buono.
Facciamo un volo pindarico, Toro. Pensiamo ad un campo di calcio con il prato verde e curato; quel tipico odore di erba tagliata pervade i sensi e il tempo è come rallentato; due squadre in campo, due diverse maglie.
Le più belle, ovviamente sono quelle granata, con il torello rampante sul cuore dei giocatori.
I suoni sono quelli, unici, che hanno fatto del calcio il gioco più bello del mondo: il rumore sordo del cuoio colpito dal collo del piede, le urla dei giocatori, il suono acuto e persistente di metallo cavo quando viene colpito il palo. D'un tratto viene scagliato un tiro da fuori area che finisce alto di poco e l'arbitro indica con decisione la bandierina del calcio d'angolo.
Tutti i giocatori sanno che ha ragione, anche se nessun occhio umano avrebbe potuto vedere l'impercettibile deviazione; l'orecchio, invece, ha udito il rumore tenue ma deciso delle dita del portiere sul pallone. Chi ha giocato a calcio o ha assistito ad una partita da bordo campo sa a cosa mi riferisco.
Poi un cross dal fondo, un colpo di testa e il pallone si avvicina alla rete facendola frusciare dolcemente e quasi arrotolandosi in essa.
All'improvviso il tempo non è più dilatato, lo spazio esplode di suoni, la Maratona urla di gioia. Il Toro ha segnato!
Buona giornata Toro e ricorda: nel dubbio, tira in porta.
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