IL TORO PUÒ DIRE LA SUA - In questa delicata partita un ruolo fondamentale lo gioca anche il club del presidente Urbano Cairo. Infatti, il patron granata potrebbe entrare eccome nel merito della questione. ''Se il Torino si facesse promotore di scelte di investimento e di lungo periodo sullo stadio e sull'area adiacente, e decidesse di scommettere sulla città allora il Comune potrà fare la sua parte – ha continuato il capogruppo del SEL. E verrebbe dunque naturale per noi dare un nome coerente ad un progetto di questo tipo. Se invece l'atteggiamento è altalenante e il rapporto è su base annua allora diventa difficile per Torino mettere in gioco ciò che è ancora patrimonio dei cittadini''.
NESSUN BANDO - Di avviso simile è il capogruppo per il Movimento 5 Stelle, Vittorio Bertola: ''Naturalmente noi ci auguriamo che sia Cairo a prendersi in concessione l'Olimpico con un progetto serio e di lungo respiro per lo sviluppo non solo dell’impianto, ma anche dell'area circostante. Su questa vicenda il presidente si è sempre dimostrato assente, mentre dovrebbe essere lui a presentare queste richieste e non i tifosi''. Per una volta il Toro unisce, maggioranza con opposizione. ''In alternativa, e d'accordo con gli altri consiglieri, l'ipotesi di trovare uno sponsor terzo è reale, ma non è ancora stato deciso se attraverso un'asta o un bando di gara''.
SI PARTE DA LONTANO - L'ipotesi di mettere all'asta il nome dello stadio Olimpico risale esattamente a quattro anni fa. Era il 12 Gennaio 2009 quando Palazzo Civico decise con una mozione, il cui primo firmatario era Marco Grimaldi oggi in SEL, di ''introitare una notevole somma dalla cessione del 'naming right' dell’Olimpico, al momento non ancora quantificata''. Oggi il celebre stadio costruito negli anni '30 costerebbe, a quanto pare, circa 250.000 euro più IVA ogni anno alle casse della società granata. Un contratto su base annua che il Comune, tramite le parole di due suoi consiglieri, vorrebbe tramutare in rapporto pluriennale e a lungo termine. E a quel punto non ci sarebbero problemi per l’intitolazione. Ne gioverebbero tutti: i tifosi, il Comune di Torino, i torinesi e il Toro stesso. E probabilmente anche gli Invicibili, da lassù, strizzerebbero l'occhio.
Lorenzo Bodreo
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