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Stadio Grande Torino: ‘Se lo vuoi, non è un sogno’

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Da tempo i tifosi si augurano che sia la società sia il Comune diano un forte segnale alla piazza intitolando la casa del Toro alla storica squadra granata che ‘’solo il fato vinse’’. Ieri, da quanto sarebbe...
Redazione Toro News

Da tempo i tifosi si augurano che sia la società sia il Comune diano un forte segnale alla piazza intitolando la casa del Toro alla storica squadra granata che ‘’solo il fato vinse’’. Ieri, da quanto sarebbe emerso dalla riunione della commissione di toponomastica di Torino, lo stadio Olimpico non sarà mai ribattezzato: Stadio Grande Torino. O meglio, il nome sarà scelto dal miglior offerente. Uno sponsor, insomma, che voglia investire per farsi pubblicità e che vada a rimpinguare le vuote casse comunali.

ACQUA SUL FUOCO - ''No, la riunione non ha deciso questo – ha affermato il capogruppo di SEL al Comune, Michele Curto, contattato dalla nostra redazione –. La riunione ha stabilito di rimandare all'assessore allo Sport Stefano Gallo la decisione sul rapporto di convenzione che lega la Città e il Torino FC''. La possibilità di indire un bando o un'asta per trovare uno sponsor allo stadio Comunale è sembrata un'idea stravagante non solo ai tifosi del Toro ma anche allo stesso Michele Curto: ''Mi risulta che anche altre società abbiano provato questa strada (riferimento è allo Juventus Stadium, ndr), tuttavia i compratori mancano. Quello dell'intitolazione potrebbe rivelarsi uno strumento utile a disposizione dell'assessore Gallo per relazionarsi con il Torino, ma il valore in sé della titolazione non esiste. Il vero valore sarebbe la costruzione di una relazione stabile e strategica tra Comune e società granata''.


IL TORO PUÒ DIRE LA SUA - In questa delicata partita un ruolo fondamentale lo gioca anche il club del presidente Urbano Cairo. Infatti, il patron granata potrebbe entrare eccome nel merito della questione. ''Se il Torino si facesse promotore di scelte di investimento e di lungo periodo sullo stadio e sull'area adiacente, e decidesse di scommettere sulla città allora il Comune potrà fare la sua parte – ha continuato il capogruppo del SEL. E verrebbe dunque naturale per noi dare un nome coerente ad un progetto di questo tipo. Se invece l'atteggiamento è altalenante e il rapporto è su base annua allora diventa difficile per Torino mettere in gioco ciò che è ancora patrimonio dei cittadini''.

NESSUN BANDO - Di avviso simile è il capogruppo per il Movimento 5 Stelle, Vittorio Bertola: ''Naturalmente noi ci auguriamo che sia Cairo a prendersi in concessione l'Olimpico con un progetto serio e di lungo respiro per lo sviluppo non solo dell’impianto, ma anche dell'area circostante. Su questa vicenda il presidente si è sempre dimostrato assente, mentre dovrebbe essere lui a presentare queste richieste e non i tifosi''. Per una volta il Toro unisce, maggioranza con opposizione. ''In alternativa, e d'accordo con gli altri consiglieri, l'ipotesi di trovare uno sponsor terzo è reale, ma non è ancora stato deciso se attraverso un'asta o un bando di gara''.

SI PARTE DA LONTANO - L'ipotesi di mettere all'asta il nome dello stadio Olimpico risale esattamente a quattro anni fa. Era il 12 Gennaio 2009 quando Palazzo Civico decise con una mozione, il cui primo firmatario era Marco Grimaldi oggi in SEL, di ''introitare una notevole somma dalla cessione del 'naming right' dell’Olimpico, al momento non ancora quantificata''.  Oggi il celebre stadio costruito negli anni '30 costerebbe, a quanto pare, circa 250.000 euro più IVA ogni anno alle casse della società granata. Un contratto su base annua che il Comune, tramite le parole di due suoi consiglieri, vorrebbe tramutare in rapporto pluriennale e a lungo termine. E a quel punto non ci sarebbero problemi per l’intitolazione. Ne gioverebbero tutti: i tifosi, il Comune di Torino, i torinesi e il Toro stesso. E probabilmente anche gli Invicibili, da lassù, strizzerebbero l'occhio.

Lorenzo Bodreo