Il River parte da Buenos Aires il 23 maggio e dopo 34 ore di volo e tre scali a Rio de Janeiro, Dakar e Lisbona atterra all'aeroporto di Roma, dal quale - il giorno seguente - parte alla volta di Torino. Il 25 maggio - data particolare, perché giorno della fondazione del club di Buenos Aires - il River si reca prima in visita a Superga e poi fuori dallo stadio Comunale, dove issa una lapide portata per l'occasione dall'Argentina. L'amichevole non si disputerà al Filadelfia come potrebbe sembrar scontato, bensì allo Stadio Comunale. Le ragioni dietro a questa scelta sono di natura meramente economica: parte del ricavato dei biglietti, infatti, sarebbe andata alle famiglie delle vittime e i 40.000 del Comunale avrebbero garantito entrate maggiori (si parla di circa 20 milioni di lire) rispetto ai 9.000 del Filadelfia.
Quella che va in scena quel 26 maggio 1949, in realtà, più che una partita amichevole è un "memoriale sportivo" tra ventidue giocatori. Del Grande Torino, infatti, in campo c'è solo la maglia. Già, perché a scendere in sul terreno di gioco tra le fila di quello che per l'occasione venne rinominato Torino "Simbolico" c'erano i grandi campioni delle altre squadre di Serie A: Juventus, Inter, Milan, Fiorentina e non solo. Giocatori del calibro di Sentimenti IV, Boniperti, Nyers e Nordahl: proprio quegli avversari che negli anni avevano dato battaglia agli "Invincibili", uscendone (quasi) sempre sconfitti. Il match si concluderà 2-2, con i gol di Nyers, Labruna, Annovazzi e Di Stefano. Un pareggio rimasto nella storia di entrambi i club, che da quel giorno hanno stretto un rapporto di "Eterna Amisidad" che persiste tutt'oggi. Un'amicizia coltivata con omaggi reciproci nel corso degli anni: dalle maglie bianche con la banda rossa sfoggiate dal Torino a quelle granata con tanto di tori rampanti del River.
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