"Sei mesi per una svolta tripla: per me, il Torino e Toro News"
—La memoria dei sei mesi di Sgarbi: "Nel mio periodo ci si è proiettati verso un futuro stabilmente in Serie A. Sentivo la spinta propulsiva, c'era uno sprint positivo perché si sentiva la consapevolezza che il Torino era risalito in Serie A per restarci a lungo. Non fu un periodo di passaggio soltanto per il club ma anche per il sottoscritto. Fino al giugno 2012 ero in una televisione privata a Modena, seguivo il Sassuolo; ero da sei anni in quella realtà, poi grazie agli editori passai a Toro News e quindi entrai una realtà di stampo nazionale. Dopo i sei mesi a Toro News sono andato a Sportitalia e a Sky. Dunque, fu un periodo di svolta per me e per il Torino. Direi che ci metto un terzo elemento. Fu un periodo di svolta anche per Toro News perché quando diventai direttore lasciarono per imbarcarsi in altre esperienze il 90% dei componenti della redazione. Mai come in quei sei mesi ci fu il tema della sovravvivenza di Toro News perché ci trovammo dall'oggi al domani con tutta la redazione da sostituire. Ci fu una rifondazione della redazione e mi ricordo che il primo giorno da direttore lo passai con il solito Stefano Rosso, che poi ha fatto grandi cose su emittenti nazionali. Poi, arrivò Manolo Chirico e con lui Gino Strippoli. Per concludere: quei sei mesi furono di svolta tripla per me, il Torino e Toro News".
Com'è cambiato il mondo del giornalismo online dal 2005 a oggi?
—Aghemo:"Nel corso di vent'anni le competenze richieste a un giornalista sono cambiate completamente perché c'è stata una trasformazione del ruolo. Ma penso che nel 2025 non sono venuti meno il ruolo e il valore del giornalista. Oggi il giornalista è ancor più importante del passato, deve elevarsi per cercare di contrastare quelle che possono essere delle fake news. Il giornalista serio che rappresenta una testata giornalistica seria oggi più che mai deve verificare ciò che propone per distinguersi da chi non lo fa. Non si può prescindere dalla ricerca e dal controllo delle fonti. Oggi sappiamo che il giornalismo via web anticipa i tempi, è normale che sia così, ma vent'anni fa fu uno shock culturale. Il giornalista del 2025 deve avere più skills rispetto al suo collega di vent'anni fa. Chi vive nel mondo della televisione dev'essere capace di navigare sui social e di improvvisare un collegamento con il cellulare, chi vive nel mondo del giornale cartaceo deve saper fare i titoli e impaginare gli articoli. Insomma, bisogna essere trasversali, prima non era così. Detto questo, Toro News ancora oggi si distingue per la sua proposta grazie al coordinamento di un'ottima redazione e alla linea seguita dall'editore".
Sgarbi:"Il 2012 è stato l'inizio del momento più buio per il calcio italiano a livello di competitività. Del resto, negli anni successivi sono arrivati diversi disastri sportivi e anche la Serie A si svalutò tantissimo. Credo che oggi il nostro campionato abbia recuperato qualche posizione nelle gerarchie rispetto a quel periodo storico. Devo dire che proprio da quegli anni il giornalismo online ha iniziato a soppiantare il giornalismo della carta stampata. Fino al 2010 la carta stampata appariva intoccabile, poi si è scoperto che non è così, è avvenuto lo switch e il giornalismo online è divenuto ben presto il presente e il futuro. Si capì in quel periodo in cui fui direttore di Toro News che il giornalismo online aveva il vantaggio dell'immediatezza e della brillantezza e un limite che ancora non è stato risolto, ovvero la credibilità di chi scrive. Già all'epoca c'era l'idea che tutti si potevano spacciare per giornalisti. Penso che per esserlo non bisogna soltanto figurare in un albo ma bisogna osservare delle regole. Oggi in tal senso anche sul web sono stati fatti grandi passi in avanti".
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