Paolo, questa sera è andata in onda la puntata numero 20 di “Forza Toro”: una trasmissione giovane ma che ha già avuto un certo successo, è così?
“I complimenti fanno un piacere enorme, perché dietro a quell’ora e mezza in diretta c’è un lavoro che dura un’intera settimana e coinvolge, oltre al sottoscritto, Antonio Paolino e lo staff tecnico. Lasciami ringraziare attraverso il sito chi ci segue e sta facendo crescere ad ogni puntata la trasmissione. Il nostro obiettivo è continuare a seguire il Toro ogni giorno, raccontando e analizzando le vicende granata con la massima onestà intellettuale, coinvolgendo i tifosi e dando spazio a tutte le opinioni. Come Toronews”.
Com’è nata la decisione di fare un’altra trasmissione sul Toro, per di più il lunedì, giornata già satura da questo punto di vista?
“La scelta è stata dell’Editore, sia per quanto riguarda il tipo di trasmissione, sia per il giorno”
Sei più in competizione con “Orgoglio Granata” di Carlo Testa o con quella di Alessandro Costa su Prima Antenna?
“Carlo e Alessandro sono due amici e fanno bene il loro lavoro. “Forza Toro” è nata appena quattro mesi fa, per questo motivo venire confrontati a trasmissioni che hanno anni di storia alle spalle è una soddisfazione di per sé. Anche se noi cerchiamo di distinguerci, puntando sull’attualità, la cronaca, gli approfondimenti tecnici e coinvolgendo i tifosi nelle discussioni. Viviamo, insomma, il presente con uno sguardo rivolto al futuro: il passato deve essere una forza trainante, non un ricordo fine a stesso”
Il sabato poi raddoppi su Italia 8 con “Diretta Toro”, quale delle due è più impegnativa?
“Sono trasmissioni con approcci differenti e per le quali nutro il medesimo entusiasmo. “Diretta Toro” è adrenalinica: devi trasmettere le emozioni della partita senza avere a disposizione le immagini. “Forza Toro”, invece, ci offre una possibilità unica: il contatto con i tifosi, che sono i veri protagonisti, sempre ospiti in studio oppure partecipi via telefono: sono convinto che ascoltare le opinioni altrui e confrontarsi sia l’esperienza più formativa che si possa fare”
Nella vostra trasmissione avete sempre difeso e sostenuto De Biasi…
“Intanto, noi difendiamo e sosteniamo il Torino. Su De Biasi sottoscriviamo le parole del presidente Cairo: l’allenatore non può essere il capro espiatorio, occorre responsabilità da parte di tutti. Ciò detto, non significa che il diritto-dovere di critica – anche nei confronti di De Biasi – debba venir meno. Quando tutto andava a gonfie vele, oltre ad esaltare i meriti del tecnico, se c’era qualcosa che non ci convinceva lo facevamo notare. Alla fine, i risultati sono i giudici supremi”
Prima della trasferta di Piacenza dissi che “il Cesena non avrebbe mollato, mentre il Mantova rischiava di venir risucchiato”. Sei stato buon profeta…
“Mi auguro di sbagliare nel lungo periodo sul Cesena, prossimo avversario del Torino che ora deve tentare di rosicchiare qualche punto negli scontri diretti se vuole credere ancora nel terzo posto”
Domanda secca: ha sbagliato più De Biasi nel ritorno o sono stati sopravvalutati i giocatori?
“I 39 punti dell’andata sono un’impresa, i tredici del ritorno un misero bottino. La classifica attuale rispecchia il valore della squadra, con un pizzico di fortuna ci starebbero due – tre punti in più. Il cammino dei primi mesi ha creato aspettative eccessive”
Più o meno il Toro dell’anno scorso era nelle stesse posizioni di quello attuale, eppure Rossi era messo sulla graticola peggio ancora di De Biasi, forse perché si portava dietro l’antipatia che tutto l’ambiente aveva per Cimminelli e Romero?
“Una società del genere rappresentava un handicap pesante. Tuttavia, la squadra era fortissima per la serie B e forse i tifosi si aspettavano di non dover soffrire fino alla fine. Se ci fosse stata una dirigenza sana e lungimirante chissà con quanti punti di vantaggio avrebbe vinto il campionato”.
Pessimista o ottimista su questa stagione e … sul tuo nuovo incarico a Toronews?
“Ottimista in entrambi i casi!
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