Allora fu lo sport a ridarti quella fierezza che le lacerazioni della Seconda Guerra Mondiale ti avevano tolto. Nel ciclismo Bartali vinse il suo secondo Tour de France nel 1948, proprio in una terra che non ci guardava di buon occhio, memore delle azioni della dittatura fascista. Intanto il Grande Torino faceva innamorare tutta la nazione, dando un messaggio di speranza al popolo. Una squadra che seppe unire tutti. Una squadra che fece piangere tutti quando si schiantò a Superga quando tornava dall’amichevole con il Benfica. La sua grandezza divenne famosa in tutto il mondo. Dall’Argentina all’Inghilterra, dove gli inventori del calcio stavano pensando a un’amichevole tra la propria Nazionale e il Grande Torino, per dimostrare di essere ancora loro i più forti.
Poi vennero il terrorismo e la mafia, due nemici che ti unirono ancora una volta. Due nemici che portarono gli italiani a formare un fronte unito contro i pericoli interni che rischiavano di far collassare un paese. Tu, Italia, non ti sei mai arresa. E seppur con molte divisioni interne, hai saputo riconoscere anche questa volta i tuoi eroi. Aldo Moro, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino divennero i volti di una nazione che ancora una volta non si piegava difronte ai propri nemici. E non finirono lì i nemici e le umiliazioni. Da Tagentopoli ai bunga-bunga hai sempre saputo unirti, portando con orgoglio all’estero la tua cultura e dimostrando di non essere quel Paese corrotto.
Un orgoglio che ti ha portato a urlare a Berlino che siamo “quattro volte campioni del Mondo”. Gridando in faccia ai quei tedeschi che tanto ti bistrattavano e ti dipinsero come una Nazione di pizzaioli e mafiosi. Quel 2-0 a Dortmund li ferì, ma chissene frega. Ciò che più conta è che per le strade non c’era più un popolo diviso dalle faccende di Calciopoli, ma un’Italia unita dal tricolore e dalla maglia azzurra. Così come successe il 9 luglio a Berlino, quando tutta la Nazione si era riversata in piazza e al rigore di Grosso ha urlato il proprio orgoglio di essere italiana.
Ora c’è un altro nemico. Forse il più pericoloso mai affrontato. Questo non indossa una divisa, non ha una bandiera e non combatte per ideali. Questo nemico colpisce tutti. E allora ecco di nuovo che tu, Italia, ti sei riscoperta unita. Intonando canzoni sui balconi, facendo donazioni agli ospedali e cercando di sostenere i tuoi 'nuovi' eroi. Medici, infermieri, operatori sanitari e ostetriche. Sono loro i tuoi partigiani, che nella trincea degli ospedali stanno lottando con tutte le loro forze per salvarti. Una nazione che fino a poche settimane fa continuava a dividersi con cori beceri e insulti pubblici. Ora, davanti a un nemico che spaventa tutti, siamo di nuovo insieme. Divisi fisicamente, ma uniti ideologicamente. Pronti a sostenere chi sta mettendo a rischio la sua vita tutti i giorni con un coraggio encomiabile per salvare quella degli altri.
Nel tuo 159° anniversario, tanti auguri Italia. E quando tutto questo finirà, ricordati dei tuoi eroi, ricordati dei balconi, ricordati che – nonostante le divisioni politiche e geografiche – in questi momenti hai saputo fare fronte unito. D'altronde nelle tue battaglie hai sempre imparato la lezione.
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