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Torino e il rinnovo di Dembelé: adesso si gioca un posto da titolare

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A destra difficilmente arriveranno altri terzini e lui ora deve dimostrare di poter giocare in Serie A
Roberto Ugliono Caporedattore settore giovanile 

Ali Dembelé sarà al Torino fino al 2028. Il prolungamento del contratto ufficializzato nella giornata di ieri da parte del club è anche un segnale importante per il ragazzo per fargli capire quali siano i progetti nei suoi confronti. Dopo il periodo di apprendistato in Serie B con il Venezia e nella passata stagione in Serie A in maglia granata, per lui è il momento di crescere. Se nell'ultima stagione gli errori sono stati concessi in virtù della giovane età e dell'inesperienza, adesso pian piano la pressione e le aspettative aumenteranno. Anche perché in questo momento il mercato suggerisce che il club non abbia intenzione di investire su altri terzini destri.

Torino, Dembelé ha rinnovato: ora deve crescere per diventare un giocatore da Serie A

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La sua fortuna è che a livelli di terzini il Toro non è messo benissimo. Nel suo ruolo, ovvero sulla corsia di destra, ci sono Lazaro e Pedersen, non una concorrenza particolarmente difficile da scalfire. L'austriaco ha fatto bene nell'ultima annata, ma giocando come esterno offensivo. In passato non ha impressionato come terzino, ma soprattutto ha spesso avuto problemi fisici che gli hanno tolto continuità. Discorso differente per il norvegese. Pedersen è un possibile giocatore cedibile perché la sua stagione d'esordio in granata è stata ampiamente negativa. In questa situazione deve sapersi inserire Dembelé.


Il giovane in ritiro potrà lavorare e rubare segreti ai compagni. Sicuramente nelle gerarchie non parte come un titolare, ma ha la possibilità di diventarlo. Lavorare, imparare e crescere. Tre parole che devono essere ben in testa al ragazzo e non c'è dubbio che sia così. Di sicuro gli saranno state dette da tutti nei giorni antecedenti al rinnovo di contratto. Lui ha messo in mostra grande umiltà fin qui. Adesso deve dimostrare di meritarsi la fiducia del club, conquistarsi quella di Baroni e scendere in campo facendo vedere che l'anno di apprendistato gli ha fatto bene.