A Venezia arrivò in treno da solo, senza farsi accompagnare. Un ragazzo umile, semplice, come un calciatore di altri tempi. L’aneddoto di Paolo Vanoli raccontato in conferenza stampa sull’arrivo di Dembelé nel capoluogo veneto è...
A Venezia arrivò in treno da solo, senza farsi accompagnare. Un ragazzo umile, semplice, come un calciatore di altri tempi. L'aneddoto di Paolo Vanoli raccontato in conferenza stampa sull'arrivo di Dembelé nel capoluogo veneto è stato uno spaccato perfetto del giovane che sin dalla Primavera aveva messo in mostra qualità umane importanti. La storia è questa: "Il direttore sportivo a Venezia mi disse, sapendo che serviva un quinto, di aver seguito questo ragazzo nel settore giovanile del Torino. Lo ha preso l’ultimo giorno di mercato. Lui ha preso ed è arrivato alle 23.30. Poteva venire al mattino ma voleva arrivare il prima possibile. Ha preso la sua borsa ed è arrivato da solo col treno, non si è fatto accompagnare: ti fa capire che ragazzo è. Mi viene la pelle d'oca".
Torino, Vanoli e Dembelé: il ragazzo deve lavorare per crescere
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L'aneddoto è nel contesto della narrazione del potenziale del ragazzo. Vanoli sta cercando di farlo crescere dal punto di vista tecnico. Oltre alle qualità mentali, il tecnico ha sottolineato lo strapotere fisico del ragazzo. Dunque il potenziale e la base su cui lavorare c'è eccome. Ora tocca al ragazzo migliorare. Per aiutarlo Vanoli lo sposta ogni allenamento in vari ruoli, così da fargli imparare più aspetti calcistici possibili. La capacità di apprendimento del ragazzo sarà fondamentale per far sì che possa diventare sempre più importante per la squadra. L'importante è che lui rimango tranquillo e consapevole che avrà bisogno di tempo, ma che allo stesso tempo c'è grande fiducia in lui.