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Vanoli e un Toro camaleontico: tre moduli cambiati per arrivare alla vittoria

Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 
I granata hanno avuto la meglio dell’Empoli di D’Aversa partendo con il 4-3-2-1, passando al 3-4-2-1 e finendo con il 4-2-3-1

Il Torino contro l’Empoli è stato camaleontico. Paolo Vanoli è stato capace di alternare ben tre moduli in una singola partita dimostrando di aver trovato il bandolo della matassa. Dal 4-3-2-1 è transitato al 3-4-2-1 per poi finire con l’ormai classico 4-2-3-1. Insomma, il Torino ha avuto la capacità di cambiare volto in una partita oltremodo difficile. L’Empoli di Roberto D’Aversa ha interpretato bene la partita, ha giocato con organizzazione e caparbietà ma si è dovuto arrendere di fronte al lampo di Vlasic. Vanoli ha inquadrato molto bene a fine partita ciò che è cambiato rispetto alla fase autunnale e la sua spiegazione ben si riflette con la capacità di adattarsi ai momenti del suo “nuovo” Toro. “La svolta è stata abbandonare il passato, i ragazzi hanno cambiato dopo tre anni di lavoro passando alla difesa a 4. Perdendo un leader come Zapata abbiamo dovuto iniziare completamente un'altra strada con tanto lavoro”ha dichiarato il tecnico.

Primo tempo abulico: Empoli uomo su uomo

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Il primo tempo è stato piuttosto spezzettato e bloccato. L’Empoli ha messo in difficoltà il Torino con una marcatura pressoché a uomo a tutto campo sulle principali fonti di fantasia granata. Il palleggio della squadra di Vanoli ne ha risentito. La squadra di D’Aversa ha anche approcciato meglio la gara, il Torino ha impiegato qualche minuto in più per ambientarsi nella sfida. Lo ha fatto dopo alcuni errori gratuiti che hanno donato potenziali opportunità da gol ai toscani. Il centrocampo a tre di Vanoli con Casadei, Ricci e Gineitis è comunque piaciuto, soprattutto in una sfida resa ancor più muscolare dal terreno di gioco pesante. Inoltre, l’altra ragione del 4-3-2-1 iniziale va rintracciata nella condizione non perfetta di Lazaro. Dunque, Vanoli ha deciso di rinunciare a un trequartista per un mediano in più, il che, lo ribadiamo, non è da scartare considerato il nutrito pacchetto di centrocampisti centrali a disposizione.

Le mosse nella ripresa di Vanoli: Lazaro e il ritorno al 4-2-3-1

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Il Torino di ieri, sabato 15 marzo, è stato a diesel. È cresciuto nel corso dei minuti. Il primo tempo, lo abbiamo detto, è stato deficitario e difficile (merito anche dell’aggressione a tutto campo dell’Empoli), mentre la ripresa è stata molto più convincente. Questo è stato possibile anche grazie ai cambi di modulo di Vanoli durante l’arco della sfida. È tornato alla difesa a tre dopo l’intervallo togliendo Walukiewicz, nella sua versione più spenta dell’ultimo positivo periodo, per Masina. A secondo tempo in corso ha poi riproposto il 4-2-3-1, modulo ormai collaudato in questo 2025. Ha potuto contare nello sprint finale su Lazaro e quindi ha puntato forte sulla trequarti ben nutrita. Alla fine, su un campo pesante e complicato contro un avversario tignoso alla disperata ricerca di punti ne viene fuori una prestazione intensa ma poco brillante. Il premio è arrivato comunque perché il Torino è uscito con altri tre punti. “In una partita sporca dovevamo tirare fuori qualità individuale serve il coraggio anche per saltare l'uomo, Vlasic lo ha fatto meglio di tuttiha concluso Vanoli nella sua analisi –. Con l'infortunio di Lazaro in settimana siamo rimasti senza un giocatore fondamentale nel suo ruolo. Vlasic predilige stare al centro e lasciava tanto libero il loro esterno sinistro Pezzella. Così Casadei doveva spesso allargarsi ed è stato bravo Gineitis dopo che gli ho chiesto un sacrificio”.