Impegno ostico in vista per il Torino, determinato tuttavia a riscattarsi dopo le due sconfitte consecutive patite contro Sampdoria e Juventus: domenica pomeriggio, i granata saranno in scena al San Paolo per affrontare il Napoli padrone di casa. L'incontro ad alta tensione tra i ragazzi di Mihajlovic e quelli di Sarri è metafora di un duello che si sviluppa a 'piani più alti', un confronto societario che assume caratteri particolarmente interessanti ad essere esaminato. Non sono solamente le formazioni ad affrontarsi, ma anche i club di due dei più importanti imprenditori italiani: Aurelio De Laurentiis da una parte, Urbano Cairo dall'altra.
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Cairo-De Laurentiis: due rinascite calcistiche, tra punti d’incontro e screzi

I due 'numeri uno' sono alla guida delle rispettive società ormai da lungo tempo, radicati in esse, e se dal punto di vista della personalità sembrano essere due figure quasi agli antipodi, vi sono alcuni importanti elementi in comune tra i percorsi attraverso i quali hanno guidato i propri club. De Laurentiis è diventato presidente del Napoli nel 2004, quando la squadra si trovava in Serie C1, e la crescita - su tutti i fronti - impartita dal produttore cinematografico a livello societario e tecnico è stata esponenziale, rapida, evidente: nel 2007 i partenopei festeggiavano la promozione in Serie A, in appena sette anni di presidenza 'DeLa' gli Azzurri conquistavano la qualificazione alla Champions' League a ventuno primavere di distanza dalla formazione di Diego Maradona. Un progetto chiaro e definito: quello di portare attraverso una crescita immediata il Napoli a competere costantemente ai massimi piani del campionato italiano, ed infatti la squadra ora allenata da Sarri si è ormai stabilizzata nel gruppo di testa che guida il campionato in ogni stagione. Due Coppe Italia ed una Supercoppa Italiana i trofei alzati sinora in questi dieci anni, ed il sogno Scudetto resta fermamente acceso ad ogni annata.
Discorso differente, a non troppo, per quanto riguarda Urbano Cairo: l'imprenditore alessandrino rileva il Torino nel 2005 e, seppur con un punto di partenza decisamente più avanzato ovvero la Serie B, il progetto è quello di riportare i granata ai livelli che competono alla loro storia. Il percorso di Cairo è tuttavia maggiormente travagliato di quello del pari ruolo partenopeo: l'iniziale inesperienza e parecchi consigli sbagliati vengono pagati fin troppo cari dal presidente piemontese, che nel corso dei suoi dieci anni alla guida del club ha vissuto anche periodi bui a tutti i livelli del club e dell'organico conditi anche da una retrocessione. La stabilità e la vera nuova rinascita arrivano con Giampiero Ventura, un tecnico che con i fatti riesce a dare forma ai sogni dell'editore: il Torino in quattro anni passa dal campionato cadetto alla partecipazione all'Europa League, e come era accaduto in precedenza al Napoli scova o rilancia interessanti talenti cominciando a creare importanti plusvalenze.
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