Freddo e reattivo tra i pali, pochi come Sirigu avrebbero saputo riempire almeno in parte quel vuoto di carisma nell'area piccola che aveva lasciato uno come Joe Hart, che al netto di prestazioni altalenanti aveva sempre abituato il proprio reparto ad avere una figura da leader alle proprie spalle.
Soltanto il campo potrà dire se Salvatore Sirigu sarà un valido sostituto sotto il piano della qualità e sotto quello della personalità. Sicuramente, il giocatore non arriverà a Torino con la pancia piena, visto che viene da una stagione molto difficile, giocata per metà in panchina a Siviglia e per metà nel tentativo di impedire la retrocessione dell'Osasuña - obiettivo fallito e quasi 3 gol presi a media per partita.
Torino, quindi, per Sirigu vuol dire anche rilancio, con la carta d'identità dica 30, un'età che tuttavia per un portiere non come una sentenza. Sirigu ha ancora la possibilità di mettersi in gioco, e il granata arriva al momento giusto. Come al momento giusto arriva - per il Toro - un profilo d'esperienza e affidabilità, come la mentalità giusta e la voglia di tornare a far parlare di sé e, perché no, magari riabbracciare la Nazionale. Toro-Sirigu, insomma, è la storia di un incontro che può arrivare al lieto fine per entrambi.
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