E allora coraggio Padelli, anche Michelangelo - che non era Rampulla - ha fatto le sue cappelle. Di grosse, ma anche di belle. Arrivando a dipingere e scolpire nel tempo capolavori insuperabili.
È evidente che se le qualità ci sono, queste non possano svanire da un giorno all'altro, ma è altrettanto vero che il calcio vive di momenti: oggi ci sei, domani al posto tuo ci sarà un altro. Gioca sempre e solo il migliore, quello più in forma di tutti. Per questo sarà importante evitare altri scivoloni, come quello visto contro la Roma. Avvenuto, peraltro, sotto gli occhi del C.T. Conte.
Come dice Ventura, Padelli dovrà per forza di cose sfruttare al meglio questa occasione, per dimostrare di essere di gran lunga meglio di quanto ci abbia fatto vedere contro i giallorossi.
Perché - ed è giusto parlarsi chiaro - il tecnico Azzurro potrà chiamare chi vorrà, al prossimo raduno della Nazionale. Il Toro, invece, difficilmente potrà andare sul mercato, investendo risorse preziose, per il ruolo di portiere. E in rosa - senza mancare di rispetto a nessuno - ci sono giocatori come Ichazo, non ancora pronto, e Castellazzi, il quale probabilmente ha già dato al calcio quello che poteva. Mentre Zaccagno e Alfred Gomis devono iniziare (nel primo caso) e concludere (nel secondo) il proprio processo di maturazione.
La forza di Padelli dev’essere quella di reagire immediatamente alle difficoltà, già contro il Sassuolo - una trasferta chiave per il cammino dei granata -, ma soprattutto nel Derby di Coppa e infine nella sfida con l'Udinese: gare che inizieranno a farci capire dove potrà davvero arrivare questo Torino.
Errare è umano, perseverare è diabolico, perdonare (messaggio rivolto a tutti) è divino. E allora coraggio Padelli, perché anche Michelangelo ha fatto le sue cappelle....
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