I conti si faranno alla fine (classica frase fatta), ma per favore per ora smettiamola di pensare a quelle famigerate noti dolci del giovedì sera. Evitiamo di farci del male da soli e accettiamo serenamente la realtà che oggi abbiamo davanti ai nostri occhi: questo Toro, per ora, non è da Europa. Questo Toro, per ora, non è abbastanza maturo per poter competere con determinate altre realtà.
Le sconfitte (nove in totale, almeno una in più rispetto a chi è attualmente meglio piazzato in graduatoria) sono tutte meritate. Anche quella nel derby d'andata, dove il Toro giocò bene per 80 minuti, uscendo di fatto dal campo con 10 giri di lancette d'anticipo: scontato subire gol a quel punto, giusto tornare a casa sconfitti. Il calcio d'altronde funziona così: se non giochi tu, lo faranno gli altri al posto tuo. E alla prima occasione ti castigheranno.
La squadra di Ventura oggi si ritrova con tasca due punti in meno, ma più in alto di una posizione in classifica, rispetto allo scorso anno. Segno evidente di quanto il campionato sia equilibrato e di quanto i granata abbiano tutte le carte in regola per chiudere a testa alta l'annata.
Ma per favore, se possibile, smettiamola di rifugiarci in frasi altrettanto fatte quali: "Mi può anche star bene di perdere contro la Fiorentina, ma non così...". No! A me perdere non sta affatto bene. Mai. Che sia a causa della sfortuna o per colpa dell'arbitro, piuttosto che per merito dell'avversario. Perdere mi fa schifo, punto e basta.
É la mentalità vincente, bellezza...
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