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DiFra a specchio, Juric ottiene poco dai cambi: ecco perchè il pari è giusto

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Il Frosinone si è messo a specchio e ha sfornato una prestazione tignosa, meritando il pareggio. Deludenti i subentrati granata
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

"Un buon punto": così è stato definito da Ivan Juric il pareggio strappato al "Benito Stirpe" di Frosinone. A oggi è difficile dire se questo punto è davvero buono; sicuramente è arrivato contro una formazione che propone un calcio frizzante e al momento, complice una buona classifica, gioca in modo spensierato. Il peso del punto di Frosinone si valuterà nelle prossime settimane: se arriveranno vittorie importanti con Empoli e Udinese all'Olimpico-Grande Torino, allora il pareggio di Frosinone sarà stato davvero buono. Tuttavia la partita si può collocare nella casella delle prestazioni positive dei granata e dà seguito in tal senso a quelle delle ultime settimane. Il Torino non è stato brillante come contro l'Atalanta, ma la partita è stata notevolmente differente e il Frosinone è stato più quadrato dell'Atalanta di lunedì 4 dicembre. Eusebio Di Francesco ha studiato in modo molto sagace la gara e il suo Frosinone ha letto bene le diverse situazioni della partita. I ciociari si sono adattati al modo di giocare del Torino ed è stato lo stesso Di Francesco a confessarlo in conferenza stampa. "Oggi ci siamo messi a specchio per puntare sui duelli, andarli a prendere alti e metterli in difficoltà" ha dichiarato il tecnico dei laziali. Il Frosinone si è schierato con la difesa a tre, anche a sorpresa, e l'ha fatto per contrastare uomo su uomo i granata. "Sono scelte legate alle cose da trasmettere durante la gara. In base all’avversario cerchiamo di metterci in campo nel modo migliore" ha aggiunto Di Francesco, che si è guadagnato un plauso di Juric per quanto si è visto da agosto a oggi (LEGGI QUI).

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Sostituzioni di Juric corrette, ma Lazaro, Karamoh e Seck deludono sotto porta

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Il Torino avrebbe potuto fare di più? Forse sì. Juric ha provato a vincerla con le sostituzioni e, sebbene il tecnico si sia dichiarato soddisfatto del contributo di chi è entrato nella ripresa, è evidente che ciò non è bastato a cambiare il risultato finale. Lazaro, Karamoh e Seck sono stati inseriti al 27' della ripresa e sono stati chiamati in causa con un obiettivo ben preciso: cercare di aiutare la squadra a spezzare l'equilibrio del match dello "Stirpe". Le scelte erano più che lecite: Lazaro al posto di un Vojvoda insipido, Karamoh per uno spento Sanabria e Seck per un deludente Vlasic. E' vero che in quella fase di gara il Torino è riuscito a conquistare la supremazia territoriale. Tuttavia, sulla sinistra l'austriaco si è limitato al compitino, il francese ha dato vivacità ma non ha inciso sotto porta e Seck è stato ancor più fumoso. Certo, a Frosinone più che mai sarebbe stata la partita di Radonjic perchè nella rosa del Torino è proprio il serbo l'unico in grado di tirare fuori dal cappello il coniglio. Ma su Radonjic mister Juric è stato chiaro: meglio due punti in meno e uno spogliatoio più unito, piuttosto che una vittoria in più e un Radonjic poco partecipe dal punto di vista mentale ed emotivo alla causa granata.

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Juric plaude il collega Di Francesco: "Difficile affrontarlo soprattutto in casa"

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Sui subentrati si è soffermato lo stesso Juric. "Non sono stati la vera arma in più, ma dovrebbero diventarlo - ha detto -. Oggi i cambi sono entrati molto bene e hanno ribaltato la partita in avanti, ma hanno mancato il colpo definitivo. Hanno fatto bene a livello di intensità e di primi dribbling, più fatica a concludere. Il gruppo deve diventare un punto di forza per noi". Nel calcio d'oggi, del resto, si gioca in sedici e in gare tirate come quella di Frosinone l'apporto della panchina può indicare se sei da piani nobili della classifica oppure no. Detto questo, si è visto un Torino in grado di interpretare con attenzione una gara piuttosto ostica e non va dimenticato che i ciociari in casa hanno conquistato 17 punti su 21.