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Falso nove che funziona e pochi cambi: Juric batte uno Stankovic inerme

Falso nove che funziona e pochi cambi: Juric batte uno Stankovic inerme - immagine 1
Il confronto tra i due allenatori premia il croato del Torino, bravo a puntare sul falso nove e a non rinunciare a Ricci e a Rodriguez

Andrea Calderoni

Partiamo da una doverosa premessa: la Sampdoria vista ieri sera, mercoledì 9 novembre, allo stadio “Olimpico-Grande Torino” è stata piuttosto modesta. Il test per il Torino non è quindi stato probante a sufficienza per promuovere a pieni voti un Toro senza punte vere. Tuttavia, la prestazione sfornata dai granata a distanza di quattro giorni dalla sconfitta di Bologna è da archiviare senz’ombra di dubbio positivamente, e non soltanto per i tre punti conquistati. Il Torino aveva bisogno di estro e fantasia sulla trequarti per scavare un solco di qualità con una squadra che si era presentata a Torino per giocare uomo su uomo. È apparsa dunque saggia - anche se dettata dalla necessità - l’idea di Ivan Juric di sfidare la Sampdoria di Dejan Stankovic con una pattuglia composta da ben tre trequartisti. Il falso nove ha sortito finalmente gli effetti sperati, quelli che erano mancati nel derby della Mole e al “Dall’Ara” dopo l’uscita prematura di Pellegri. Un'accelerazione di Radonjic con un uno-due con Vlasic ha portato al gol dell’1 a 0. L’azione è stata quindi emblematica su come Juric ha pensato di stanare l’avversario. E anche Juric ha applaudito il suo tridente: “I tre davanti hanno fatto molto bene. Miranchuk ci dà quella calma che a volte non abbiamo e anche Vlasic e Radonjic hanno fatto bene” (LEGGI QUI).

Falso nove che funziona e pochi cambi: Juric batte uno Stankovic inerme- immagine 2

Serviva qualità e Juric non ha rinunciato a Ricci e a Rodriguez

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Miranchuk, Radonjic e Vlasic hanno dialogato nel migliore dei modi. Il non dare punti di riferimento ha messo in difficoltà la Sampdoria. Nello stesso tempo era importante avere giocatori tecnici in grado di saper gestire il pallone fra i piedi e Juric giustamente non ha rinunciato nemmeno nel turno infrasettimanale a Ricci in cabina di regia; inoltre, ha rilanciato sul centrosinistra Rodriguez, il difensore più dotato qualitativamente della rosa granata. I demeriti della Sampdoria sono quindi stati innumerevoli, ma il Torino e nello specifico Juric hanno fatto tutto quello che serviva per vincere la partita.

Torino-Sampdoria, Vlasic

I segnali dalla panchina: non abbassare la guardia

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Il primo cambio del Torino è stato obbligato alla metà del primo tempo: fuori l’infortunato Schuurs e dentro Buongiorno. Nessun ribaltamento dal punto di vista tattico, anzi una conferma: Schuurs e Buongiorno sono facilmente intercambiabili. È vero che la Sampdoria è stata poca roba in fase offensiva ma l’uscita di Schuurs e l’ingresso di Buongiorno non ha destabilizzato minimamente la retroguardia granata. Da segnalare che Juric ha attinto dalla panchina soltanto nel finale. Negli ultimissimi minuti ha inserito Seck e Ilkhan per Radonjic e Vlasic. Ha in tal senso dato un segnale ai suoi in campo: non abbassare la guardia perché basta poco a riaprire un match già chiuso. Non ha quindi voluto modificare un collettivo che stava funzionando. Ma una maggior alternanza di forze poteva essere applicata visto che si giocherà tra tre giorni a Roma.

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