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Juric fedele alla sua identità: ma non fu Zaza a far crollare il Toro di Mazzarri

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L'analisi della conferenza stampa di Ivan Juric: chiude alle due punte ma porta un esempio sbagliato e poco calzante
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Sotto la Mole si è tornati a parlare di Simone Zaza nella giornata di ieri, domenica 17 settembre. No, l'ex attaccante granata non è in odore di ritorno al Torino ma è stato tirato in ballo da Ivan Juric nella conferenza stampa. Il tecnico croato ha dichiarato: "Il crollo tattico del Torino di Mazzarri secondo me è successo quando è arrivato Zaza. Quando giocava con Falque e Berenguer la squadra aveva un'identità, poi è stato costretto a cambiare" (LEGGI QUI). Questa non è stata un'affermazione che si riferisse a Zaza in sè (anche se l'attaccante come noto è stato defenestrato dal Torino proprio durante la gestione di Juric), ma aveva un altro fine: quello di rimarcare il fatto che chi perde la sua identità alla fine non ottiene più i risultati sul campo. Il concetto di Juric è chiaro e l'ha affermato in più circostanze nel corso della sua era in granata. Ferreo sostenitore del 3-4-2-1, raramente Juric ha proposto varianti e ieri ha chiuso le porte alla doppia punta, sebbene ce ne siano ben tre nella rosa attuale del Torino (Zapata, Sanabria e Pellegri). Uno dei grandi meriti di Juric è stato quello di dare un'identità alla sua squadra e non vuole snaturarla nemmeno adesso. Detto questo, c'è un'imprecisione nella dichiarazione di Juric.

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Il primo Toro di Zaza fu quello dei 63 punti

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Se il concetto espresso è condivisibile, invece si deve discutere l'esempio portato da Juric in conferenza stampa. Non è affatto vero che il Torino di Walter Mazzarri crollò con l'inserimento in rosa di Zaza. Anzi, l'ex Juventus e Valencia arrivò nel 2018/2019, ovvero nella stagione magica del Torino, quella dei 63 punti. Il girone di ritorno dei granata fu esaltante e Zaza giocò svariate partite da gennaio in avanti, molte delle quali da titolare. Bisogna aggiungere che Zaza segnò ben tre dei suoi quattro gol totali di quella stagione nella seconda parte della stagione. Il Toro poi crollò nella stagione successiva, 2019/2020, per diversi fattori, non imputabili direttamente all'arrivo di Zaza che risaliva a un anno prima. Dunque, quello che ha affermato Juric in conferenza stampa non corrisponde al vero. Di esempi se ne possono trovare molti, non quello che è stato portato dal tecnico croato. Fatta questa doverosa precisazione, bisogna comunque aggiungere che il vero succo della discussione è un altro: Juric non pensa a un Torino con le due punte, anche perché “ci sono pochissime squadre che giocano con due punte, sono circa cinque in tutta Europa…”. L'identità del Toro è un'altra e Juric la vuole preservare.

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