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Lazaro, tra pregi e difetti si candida con Baroni: la duttilità è la sua forza

Enrico Penzo
Enrico Penzo Redattore 
Tra 4-2-3-1 e 3-5-2, l’esterno austriaco si candida a jolly tattico per Baroni. In un Torino in costruzione, la sua versatilità può diventare un fattore.

Con il passaggio da Paolo Vanoli a Marco Baroni, il Torino ha iniziato un nuovo percorso tecnico, ancora in fase di definizione sia a livello di idee che di organico. In una squadra che, da qualche stagione, fatica a darsi continuità tecnica e identitaria, con cambi frequenti in panchina e in rosa, ritrovare figure affidabili può diventare un’esigenza più che un’opzione. In questo contesto, uno dei profili più duttili emersi dal ritiro precampionato è quello di Valentino Lazaro. L’esterno austriaco ha offerto segnali discretamente incoraggianti nei primi allenamenti e amichevoli estive, mostrando una buona condizione fisica e, soprattutto, una disponibilità tattica che potrebbe rivelarsi preziosa nel corso della stagione.

Un jolly per ogni sistema: Lazaro tra 4-2-3-1 e 3-5-2

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La sua capacità di ricoprire più ruoli, sia nel 4-2-3-1 che nel 3-5-2, rappresenta una risorsa preziosa per Baroni. Come quarto di difesa a destra, come trequartista di sinistra o addirittura come quinto a sinistra, Lazaro garantisce equilibrio in fase di non possesso e spinta quando c’è da accompagnare l’azione. Caratteristiche che si sposano bene con l’idea di calcio verticale e reattivo del nuovo tecnico granata. In un’annata che si preannuncia intensa per ritmi e numero di impegni, avere in rosa un giocatore in grado di adattarsi con efficacia a più contesti tattici può fare la differenza. È chiaro che in questo quadro Lazaro continua a peccare dal punto di vista prettamente difensivo.

Esperienza e flessibilità in un Torino ancora in costruzione

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Inoltre, in una squadra che si sta ancora formando, sia sul piano numerico che dell’identità, la duttilità di Lazaro può essere un riferimento importante. La sua esperienza accumulata negli anni, unita alla capacità di mettersi al servizio del gruppo, può aiutare Baroni a gestire le transizioni e a costruire, passo dopo passo, un’identità solida. Senza proclami e con grande concretezza, Lazaro si propone con i suoi pregi e con i suoi difetti come una pedina chiave in questo nuovo Torino che cerca certezze in mezzo al cambiamento.